In vista dello sciopero di domani, ridotto per precettazione a 4 ore anche nel settore dei trasporti, lo scontro tra Cgil e Uil da una parte e il ministro Matteo Salvini dall’altra continua a tenere banco. Ieri, Il Manifesto, con una prima pagina diventata virale sui social (“Precetto la qualunque”), si è schierata a favore delle due sigle sindacali che, per protestare contro la manovra del governo, avevano indetto uno sciopero generale. Fatto sta che il dietrofront sulle ore di sciopero in seguito all’intervento della Commissione di garanzia sugli scioperi ha fatto esultare Salvini per il quale “hanno vinto il buonsenso, i lavoratori e i cittadini”. Quanto a Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, i numeri uno di Cgil e Uil, non è rimasto che promettere che la partita non finisce qui: “Non ci fate paura”, hanno scandito ieri nel corso di una conferenza stampa.
Ma, alla fine del braccio di ferro, quali settori scioperano domani e per quanto tempo?
Si fermano per 4 ore, dalle 9 alle 13, i trasporti: autobus, tram e metropolitane, nel rispetto delle fasce di garanzia; stesso orario di stop per le ferrovie, il trasporto marittimo e quello merci ferroviario. I voli saranno invece regolari in tutto il Paese. Durerà 4 ore anche la protesta dei Vigili del Fuoco. Dureranno 8 ore, invece, gli scioperi a livello nazionale di scuola, università, sanità e poste.
Ma quali sarebbero le sanzioni per i lavoratori che scioperano violando la precettazione?
Essi rischiano una sanzione disciplinare proporzionata alla gravità dell’infrazione (in ogni caso, è escluso il licenziamento). Sarebbe possibile, quindi, multare i lavoratori. E, in caso di sanzioni pecuniarie, l’importo verrebbe versato dal datore di lavoro all’Inps. Tuttavia, c’è da dire, come spiegato dalla Cgil, che la violazione della precettazione è stata scongiurata per “senso di responsabilità” dei sindacati nei confronti dei lavoratori, stabilendo di ridurre lo sciopero nel settore dei trasporti da 8 a 4 ore.
Cosa avrebbero rischiato, infine, gli stessi sindacati non rispettando la limitazione allo sciopero dei trasporti richiesta dal ministro Salvini?
Una multa fino a 100 mila euro e l’esclusione dai tavoli di trattativa per un periodo di due mesi: a stabilirlo è la norma del 1990 che disciplina il diritto di sciopero. In caso di violazioni, si prevedono la sospensione dei permessi sindacali retribuiti o dei contributi sindacali trattenuti dalla retribuzione da 2500 a 50 mila euro. La sanzione massima, in ogni caso, potrebbe raddoppiare se, come in questo caso, l’astensione fosse effettuata nonostante le delibere della Commissione di garanzia.