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Caldo estremo, scattano le norme straordinarie

Già 15 Regioni hanno proibito di lavorare all'aperto dalle 12:30 alle 16: le ondate di calore provocano 4 mila infortuni all'anno

L’emergenza caldo sta bloccando il lavoro in Italia. Sono già 15 le Regioni che hanno approvato ordinanze per vietare o limitare le attività all’aperto nelle ore più critiche.

Siamo solo all’inizio dell’estate 2025, ma abbiamo avuto già giornate con temperature molto elevate. Per questo lo stop delle Regioni che, per la maggior parte dei casi, riguarda il periodo tra le 12:30 e le 16.

I lavoratori coinvolti dalle ordinanze contro il caldo estremo in tutta Italia potrebbero essere circa 3 milioni, una stima che prende in considerazione i settori più colpiti dalle temperature roventi a cui sono destinate le nuove regole regionali: l’edilizia, la logistica, l’agricoltura e il comparto florovivaistico. Le costruzioni, infatti, impiegano 1,7 milioni di persone; la gestione della distribuzione e dello stoccaggio oltre un milione mentre nelle campagne ci sono 500 mila addetti alla raccolta estiva.

Inoltre, secondo uno studio pubblicato sulla rivista Environmental Research e citato da Collettiva, il giornale della Cgil, l’estate incandescente in Italia provoca oltre 4 mila infortuni l’anno.

I provvedimenti dei Governatori recepiscono le linee di indirizzo per la protezione dei lavoratori dal calore e dalla radiazione solare approvate in sede di Conferenza delle Regioni.

L’individuazione delle fasce orarie più critiche deve basarsi su indici riconosciuti a livello internazionale e sulle previsioni disponibili sui portali Worklimate, Inail e Cnr.

Oltre a fermare le maestranze in caso di bollino rosso, viene anche raccomandato ai datori di lavoro di prevedere rotazioni del personale per ridurre i tempi di esposizione al solleone.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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