
Stando all’ultima edizione del Bollettino del Sistema informativo Excelsior realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, da qui a maggio, si attesterà complessivamente al 48,2% la quota di assunzioni di difficile reperimento.
E’ un gap, quindi, che continua ad impattare in maniera importante sul nostro mondo del lavoro, soprattutto a causa della mancanza di candidati per ricoprire le posizioni lavorative aperte.
A risentire maggiormente del mismatch sono le imprese dei comparti metallurgia e dei prodotti in metallo (63,3% dei profili ricercati è di difficile reperimento), meccatronica (62,1%), costruzioni (61,3%), tessile-abbigliamento-calzature (61,1%) e legno-mobile (55,7%). Tra i profili di più difficile reperimento, il Borsino delle professioni segnala per le professioni intellettuali gli ingegneri (63,1%) e gli analisti e specialisti nella progettazione di applicazioni (56,2%). Tra i tecnici si registrano elevati livelli di mismatch per i tecnici della gestione dei processi produttivi (68,2%), per i tecnici in campo ingegneristico (66,2%) e per i tecnici della distribuzione commerciale (64,3%). Quasi introvabili sono i fabbri ferrai costruttori di utensili (75,7%), i fonditori e saldatori (75,6%) e i meccanici artigianali, montatori, riparatori e manutentori (73,7%).
La quota di assunzioni che le imprese prevedono di ricoprire ricorrendo a immigrati si attesta al 18,8% delle entrate complessive. Dichiarano che ricorreranno maggiormente a manodopera straniera le imprese dei servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone (34,1%), dei servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (26,4%) e costruzioni (22,8%).
Anche a marzo, il flusso delle assunzioni è caratterizzato da una prevalenza di contratti a tempo determinato (257mila; 56,3% del totale), seguono i contratti a tempo indeterminato (94mila; 20,7%) e quelli in somministrazione (39mila; 8,6%).
Sotto il profilo territoriale, sono le imprese del Nord est a segnalare il più elevato livello di mismatch con il 52,2% dei profili ricercati di difficile reperimento, seguite dalle imprese del Nord ovest (48,1%), del Centro (47,5%) e da quelle del Mezzogiorno d’Italia (45,4%).