187 visualizzazioni 2 min 0 Commenti

Negli alberghi la pandemia è solo un brutto ricordo

Nel 2023 battuto il record di occupazione risalente al 2019. A vantaggio soprattutto di giovani e donne

La pandemia è solo un lontano ricordo, fortunatamente. Almeno per il settore alberghiero: nel 2023, ha impiegato in media 224.026 dipendenti, con un massimo di 313.506 nel mese di luglio. E’ quanto si evince da una ricerca condotta dalla Federalberghi sulla base dei dati Inps.

Si tratta di un valore record: “Il precedente picco era di 210.132 lavoratori – ha avuto modo di ricordare il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca – ed era relativo proprio al 2019, anno precedente alla pandemia”.

Ma chi trova più facilmente occupazione negli alberghi? Sempre secondo la ricerca, giovani e donne.
C’è poi una forte presenza (30,8%) di manodopera straniera, che arriva a rappresentare il 41% degli occupati nel nord-est del Paese.

“Tutto questo conferma che il comparto sta andando nella direzione giusta – aggiunge il presidente della federazione degli albergatori – Per le fasce solitamente più penalizzate nel mercato del lavoro, si è infatti registrata una crescita proprio nel settore del turismo. L’auspicio è che si tratti di una vera e propria tendenza, destinata a produrre ulteriori sviluppi anche con il supporto e l’attenzione costante della nostra categoria”.

Più di un dipendente su tre (36,4%) negli alberghi è impiegata nelle regioni del Nord-Est. Le Isole invece sono quelle con la minor percentuale (9,2%) ma anche quelle che dal 2019 hanno avuto l’incremento percentuale maggiore (+15%).

Infine, la provincia con più occupati è quella di Bolzano con 23.406 lavoratori nel settore alberghiero. Al secondo posto si è classificata la provincia di Roma con 13.366 dipendenti, terza Milano con 12.739. Quarta la provincia di Venezia che ha registrato 11.571 dipendenti e quinta quella di Napoli con 11.122.

Avatar photo
Redazione - Articoli pubblicati: 994

Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

Twitter
Facebook
Linkedin
Scrivi un commento all'articolo