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Noi Italia 2023, i numeri del mondo del lavoro

La quindicesima edizione del rapporto Istat: la disoccupazione, nella fascia d'età 15-24 anni, è calata di 6 punti

Istat ha reso noto il rapporto Noi Italia 2023. Si tratta del quindicesimo studio che l’istituto basa su oltre cento indicatori statistici per avere un quadro d’insieme degli aspetti non solo economici e sociali del Bel Paese, ma anche ambientali, demografici, nonché delle differenze regionali che lo caratterizzano e della sua collocazione a livello europeo. Sotto l’aspetto del lavoro, si rileva che nel 2022 è cresciuto il tasso di occupazione della fascia d’età tra i 20 e i 64 anni. Tuttavia, permanendo un forte squilibrio di genere. Tant’è che, sotto quest’aspetto, nel 2021, l’Italia si è collocata al penultimo posto nella classifica Ue, superando solo la Grecia. Ma da cosa è stata spinta l’occupazione? Anche dai contratti a tempo determinato, visto che hanno inciso fino al 16,8% (0,4 punti in più rispetto al 2021), trovando terreno fertile soprattutto nel Mezzogiorno (dove sono stati rilevati al 22,9%). Sta di fatto che l’aumento complessivo del numero di occupati ha avuto ricadute positive soprattutto nella fascia d’età più giovane: tra i 15 e i 24 anni, infatti, la disoccupazione è calata di ben 6 punti. Questo, mentre, al contrario, la quota dei disoccupati di lunga durata ha registrato un incremento di mezzo punto. Comunque, sotto quest’aspetto, non si può non tenere conto delle grandi differenze che si riscontrano tra Nord e Sud del Paese. Nel Mezzogiorno, il tasso di disoccupazione è il doppio di quello del Centro e addirittura il triplo di quello del Nord-Est. In generale, nel 2022, è sceso all’8,1% rispetto al 9,5% di un anno prima. Ma, nel sistema produttivo italiano, pesa ancora la quota di lavoro irregolare: nel 2020, sebbene in calo rispetto al 2015, esso riguarda ancora il 12% degli occupati. I settori che sono maggiormente colpiti da questo fenomeno sono l’agricoltura e quello delle costruzioni. Tornando ai numeri dell’occupazione: più nello specifico, nel 2022, per la fascia d’età tra i 20 e i 64 anni, essa è salita fino al 64,8% (+2,1% rispetto al 2021) e ha superato il livello pre-pandemico del 2019, che era del 63,5%. Come accennato, in ogni caso, c’è da registrare un forte squilibrio di genere. Sono risultate occupate il 55% delle donne contro il 74,7% degli uomini. In crescita anche il tasso di occupazione di chi ha tra i 55 e i 64 anni (al 55%, +1,6% rispetto al 2021). Infine, il tasso di mancata partecipazione tra i 15 e i 74 anni, di chi, vale a dire, si dichiara disponibile a lavorare pur non cercando attivamente un impiego. Nel 2022, si è registrato un -3,2% attestandosi al 16,2%.

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Redazione - Articoli pubblicati: 842

Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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