Oggi, 9 ottobre 2024, la Camera dovrebbe dare il via libera al nuovo “Collegato Lavoro”. Di cosa si tratta? Di un provvedimento di 33 articoli che prevede meno vincoli per il ricorso al lavoro stagionale. Ma non solo.
Nella norma, la cui relatrice è Tiziana Nisini della Lega, ci sono novità per le dimissioni per “fatti concludenti”: se l’assenza ingiustificata del lavoratore si protrae oltre i termini previsti dal Ccnl o, in mancanza di previsione contrattuale oltre i 15 giorni, il datore ne dà comunicazione all’Ispettorato nazionale del Lavoro per accertarne la veridicità e il rapporto di lavoro si intende risolto per volontà del lavoratore.
Ma nel nuovo collegato ci sono novità anche per le conciliazioni, la cassa integrazione e la somministrazione.
Per le conciliazioni, si sana un vulnus risalente alla riforma Cartabia: con la norma del Collegato lavoro integrata con il riferimento all’articolo 411 del Codice di procedura civile, adesso si prevede la parificazione nella possibilità di utilizzare la modalità telematica anche per le conciliazioni in sede sindacale delle controversie di lavoro.
Capitolo cassa integrazione: si potrà lavorare sempre durante la cassa integrazione. Il lavoratore che svolge attività di lavoro subordinato o autonoma, durante il periodo di integrazione salariale, non ha diritto al relativo trattamento per le giornate di lavoro effettuate presso un datore di lavoro diverso da quello che ha fatto ricorso ai trattamenti medesimi.
Infine, diverse novità interessano anche la somministrazione. In particolare, in caso di impiego di lavoratori assunti con contratto di lavoro a tempo indeterminato dall’Agenzia per il lavoro e inviati in missione a termine presso l’azienda utilizzatrice vengono meno i limiti di durata: in sostanza, si può andare oltre i 24 mesi.
La battaglia parlamentare per il ddl Lavoro - Il Mondo del Lavoro