
Soprattutto dopo la pandemia, si presta sempre più attenzione sulla sicurezza psicologica anche sul posto di lavoro (ne abbiamo parlato con l’ultimo libro dei massimi esperti del campo: gli psicologi Christina Maslach e Michael P. Leite). La sicurezza psicologica, naturalmente, non comporta semplicemente che tutti siano gentili gli uni con gli altri ma anche che le persone in azienda si sentano libere, ad esempio, di fare brainstorming ad alta voce: vale a dire, si sentano libere di esprimere pensieri di solito lasciati a metà, di sfidare apertamente lo status quo, di condividere feedback e risolvere insieme i disaccordi, proprio sapendo che i leader apprezzano l’onestà e la sincerità.
Insomma, il contrario di tenersi tutto dentro o, come si direbbe, masticare amaro e mandar giù dei bei rospi. Cosa che, in ogni caso, capita addirittura a un lavoratore su due stando a una ricerca di Bva Doxa e MindWork svolta nel 2022.
Eppure, quando parliamo di sicurezza psicologica al lavoro, parliamo di una cosa importantissima: della consapevolezza di non essere puniti o umiliati per aver espresso idee, domande, preoccupazioni o errori.
Sul posto di lavoro, i membri di un team si aspettano che i colleghi non li mettano in imbarazzo, li rifiutino o li escludano per aver condiviso idee, assunto rischi o sollecitato feedback. Quando c’è sicurezza psicologica sul posto di lavoro, le persone si sentono a proprio agio nell’evidenziare la loro autenticità e sono molto più propensi a mettersi in gioco di fronte agli altri.
Ma non è ancora tutto: le organizzazioni con ambienti di lavoro psicologicamente sicuri – dove i dipendenti si sentono liberi di porre domande audaci, condividere preoccupazioni, chiedere aiuto e assumersi rischi calcolati – vengono ritenute migliori proprio per questo.
Last but not least, la sicurezza psicologica sul lavoro non è solo un “nice to have”, un fattore piacevole per l’individuo: ha un impatto più generale anche sui profitti dell’organizzazione. Avere un alto livello di sicurezza psicologica, infatti, aiuta a sbloccare i talenti in azienda e garantisce che l’organizzazione sia meglio attrezzata per prevenire un fallimento.
D’altronde, sono numerose le ricerche che hanno constatato che le organizzazioni traggono vantaggio dalla diversità di pensiero e che gruppi di persone con esperienze di vita diverse sono maggiormente in grado di riconoscere i problemi e offrire soluzioni creative rispetto a gruppi con esperienze di vita simili. Il tutto sta a fare il primo passo.