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“Il lavoro non è dignitoso per tutti”, l’allarme di Mattarella

Il Presidente della Repubblica nel giorno in cui il Governo ha tirato dritto sul no al salario minimo e il commissario europeo Schmit ha detto che il tasso di occupazione, dal 61,8%, dovrebbe crescere fino al 78%

Ieri è stata una giornata importante sul fronte del salario minimo: il governo ha tirato dritto sul suo no ed è arrivato in Parlamento con una legge delega che, di fatto, chiude ogni discorso sull’argomento. Questo, sebbene in campo siano entrati anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il commissario europeo per il lavoro e i diritti sociali, Nicolas Schmit.

Il Capo dello Stato ha chiesto dignità per i lavoratori. “Oggi – ha detto – registriamo una frammentazione del lavoro, pur in un quadro in cui gli indicatori occupazionali mostrano segni complessivamente positivi. Da un lato ci sono l’occupazione stabile, il lavoro professionale qualificato, i settori di avanguardia, l’organizzazione aziendale attenta alla qualità. Dall’altro, inoccupazione, bassi salari, precarietà, caporalato, ritardo nell’ingresso dei giovani e delle donne nel mercato del lavoro, squilibri di salario a parità di lavoro”.

Il commissario Schmit, invece, ha parlato in audizione alle commissioni Lavoro e Ue della Camera dei deputati sottolineando che “un Paese, come l’Italia, in cui gran parte dell’economia ha salari bassi non è una buona garanzia per un’economia produttiva”. Quindi, si è soffermato sulla necessità di “un salario che garantisca un livello di vita adeguato”. Schmit, tuttavia, non ha indicato una strada obbligata per raggiungere questo traguardo: ha detto che ci si può arrivare con la contrattazione sindacale o con un minimo fissato per legge. Comunque, “l’obiettivo è avere un salario dignitoso”.

Poi, ha toccato anche un altro argomento, strettamente correlato: “In Italia, bisogna aumentare la partecipazione al mercato del lavoro e avere un tasso di occupazione del 78%, come la media europea”. Da questo punto di vista, il Paese non sta andando granché bene: secondo l’Istat, in ottobre, eravamo a un tasso del 61,8%, che storicamente per l’Italia è alto ma resta lontano dagli standard continentali. “Il governo di Roma – ha preso atto Schmit – si è impegnato a migliorare il tasso innalzandolo al 73%”: un obiettivo, ad oggi, molto ambizioso.

 

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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