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L’Italia è un Paese ricco? Stando ai numeri, sempre meno

Nel 2005, le persone povere erano 2 milioni. Oggi 5,6. I salari? Dal 1990, hanno perso quasi 3 punti di potere d'acquisto. L'ascensore sociale? Bloccato. Un check up

Ma l’Italia, il Paese in cui viviamo, è ancora una nazione ricca? Certo, paragonandola alla stragrande maggioranza degli altri Paesi del mondo, decisamente sì. Tuttavia, ci sono tantissimi segnali che convergono su un punto: soprattutto da dopo la crisi finanziaria del 2008, stiamo regredendo, stiamo diventando più poveri.

Letteralmente: ormai, un italiano su quattro è a rischio povertà e esclusione sociale. I poveri in assoluto, se nel 2005 erano 2 milioni, ora, sono 5,6 milioni. Per la Caritas, registrando un aumento del 12,5% del numero dei suoi assistiti, si è venuta a creare una “povertà strutturale”.

Anche chi lavora, spesso, non sfugge a una vita modesta: un lavoratore su cinque guadagna troppo poco perché ha un salario molto basso o un part-time involontario. E poi: nei 30 anni che vanno dal 1990 al 2020, i salari hanno perso 2,9 punti di potere d’acquisto (unico Paese europeo, dati Ocse). Con la pandemia, le cose sono andate ancora peggio perché da noi i salari sono calati del 7,5% rispetto a una media del 2,2%.

Secondo Confcommercio, non abbiamo mai recuperato i livelli di consumo precedenti la crisi del 2008. Dall’invasione della Russia in Ucraina del 24 febbraio 2022, l’inflazione sta accentuando le diseguaglianze: secondo l’Istat, colpendo anzitutto i beni di prima necessità, nel 2022, si è tramutata in un rialzo dei prezzi del 12,1% rispetto all’anno precedente per il quinto più povero delle famiglie, mentre per quello più ricco solo del 7,2%. Il Sud, poi, resta molto più fragile rispetto al Centronord col 40,6% di persone a rischio.

L’ascensore sociale? Un bel ricordo: la povertà si tramanda di generazione in generazione. Quasi un terzo degli adulti a rischio povertà proviene da famiglie che a loro volta versavano in una cattiva condizione finanziaria. E la scuola, da questo punto di vista, arranca sempre più. Stando a Openpolis, nel 2022, non ha raggiunto le competenze adeguate il 12% degli studenti provenienti da una famiglia svantaggiata, una percentuale più che doppia rispetto a quelli con una famiglia più solida alle spalle. Nemmeno la laurea è una garanzia di riscatto: secondo l’ultimo rapporto Almalaurea, in media, i laureati italiani guadagnano poco più di 1300 euro. Si salvi chi può.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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