
Nell’80% dei casi, il primo impatto dell’Intelligenza artificiale è positivo. A dirlo sono i direttori del personale e i lavoratori. La maggiore velocità nel raggiungimento dei risultati è il primo effetto concreto che nove su dieci hanno notato dopo la sua adozione. Di minore fatica parla invece l’80%.
A metterlo nero su bianco è l’Hr Trends del 2024, la ricerca di Randstad Professionals in collaborazione con l’Alta Scuola di Psicologia Agostino Gemelli dell’Università Cattolica.
Sta di fatto che i numeri raccolti dai ricercatori dicono che ad aver introdotto soluzioni di Ai sono poco più di un quinto delle organizzazioni, il 21% secondo i manager, il 22% per i lavoratori. Le potenzialità sono però altissime e i primi test lo dimostrano.
Secondo i primi test di chi ha introdotto soluzioni di Ai, i maggiori margini di miglioramento portati sono arrivati sul fronte del benessere. Sei aziende su 10 hanno infatti avuto effetti positivi sulla riduzione del carico di lavoro, sulla possibilità di aiuto rapido e sull’alleggerimento di lavori non gratificanti. Gli aspetti negativi più percepiti invece sono stati la perdita del senso di utilità, come dice il 43% degli hr manager, e la diminuzione della qualità della formazione, secondo il 38% dei lavoratori.
Ma dove e quando si utilizza l’Intelligenza artificiale? Gli ambiti di applicazione, al momento, riguardano l’analisi dei dati, la creatività, come per esempio la creazione di immagini, di testi e di spunti, le traduzioni e l’ampliamento delle competenze. Le soluzioni più adottate sono quella del Copilot/Ms Office e sistemi di automazione e marketing, mentre i lavoratori usano soprattutto ChatGPT, oltre che Copilot/Ms Office, soluzioni di redazione testi, mail e traduzioni.
Nelle aziende che hanno introdotto l’Ai, poco più di una su tre (36%) la utilizza nel dipartimento di risorse umane, principalmente per automatizzare procedure amministrative (44%), analizzare cultura e clima (26%) e creare percorsi di formazione (26%). In misura minore l’Ai si usa per lo screening dei curricula, l’automazione delle interviste preliminari, l’analisi delle prestazioni e delle retribuzioni (tutte al 17%). I benefici più percepiti dagli hr manager riguardano l’efficienza, per la possibilità di ridurre i tempi, snellire i processi e, più in generale, facilitare il lavoro.