La marcia è lenta, ma ci sono sempre più donne nelle professioni tecniche. L’impegno alla parità vede in prima linea gli ingegneri. Il Consiglio nazionale e gli Ordini più strutturati seguono la regola che impone un terzo di rappresentanza femminile obbligatoria. Risultato: nel Consiglio nazionale, le consigliere sono cinque su 15; a livello locale, le donne sono 450 su 1.339 consiglieri (cioè il 33,6%) e 17 sono presidenti.
Situazione analoga per gli architetti, la categoria con più donne iscritte. Nel Consiglio nazionale, la rappresentanza femminile è di sei poltrone su 15 mentre la guida dei 105 ordini locali è affidata alle professioniste in 32 casi contro 73.
Sta di fatto che Alessandra Ferrari, vice del Consiglio nazionale architetti e prima presidentessa a Bergamo, ha avuto modo di far notare che “i limiti più significativi spesso risiedono nella difficoltà per le donne di conciliare le esigenze personali con incarichi che richiedono un’ampia disponibilità di tempo ed emergenze non prevedibili. Troppo spesso sono le donne stesse a rinunciare”.
In ogni caso, è in miglioramento anche la situazione per geometre e perite. Nel primo caso, le donne nei 110 consigli del territorio sono 169 contro 803 uomini cui si aggiungono una donna (la prima nella storia del Consiglio nazionale) oltre a Federica Muolo, consigliere della Cassa.
A forte prevalenza maschile, infine, il Consiglio dei periti industriali (del resto la professione è quella a minor presenza femminile con solo il 2% di iscritte): nel nuovo Cnpi insediato a inizio anno figura una sola donna e in generale nel 95% dei casi le figure sono maschili.