
La contrazione della popolazione italiana non è dovuta unicamente al fatto che nascono sempre meno bambini. Per quanto dato rilevante e dalle sfaccettate cause, un altro importante fattore è quello dell’emigrazione all’estero. Istat fotografa una vera e propria fuga, tanto che il dato del 2024 è il più alto finora osservato negli anni Duemila.
Dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024 le emigrazioni per l’estero sono state poco meno di 191.000, in aumento di oltre il 20% rispetto all’anno precedente (158.000 nel 2023).
Ma i cittadini italiani, non solo giovani ma anche pensionati e famiglie, lasciano il Paese dove sono nati per andare dove? I Paesi più gettonati risultano essere la Germania (12,8%), la Spagna (12,1%) e il Regno Unito (11,9%)
Sta di fatto che il saldo migratorio, tra emigrazione di italiani all’estero e immigrazione straniera, è pari a +244.000 unità. In pratica, la fuga dei giovani italiani è controbilanciata da un numero più elevato di nuova popolazione di cittadinanza straniera.
Il risultato è un guadagno di popolazione di 347.000 stranieri, rispetto a una perdita di cittadini italiani pari a 103.000 unità. Il tasso migratorio complessivo è pari al 4,1 per mille abitanti, che si differenzia geograficamente così: al Nord è pari al 4,7 per mille abitanti; al Centro è pari al 4,5 per mille abitanti; al Sud, invece, si ferma al 3,1 per mille abitanti.
Secondo i dati provvisori, poi, la maggior parte dell’immigrazione straniera è determinata da flussi provenienti dal Bangladesh (7,8% del totale) e dall’Albania (7,1%).
Ma, rispetto ai dati finora presentati, nel 2024 si evidenziano diverse dinamiche demografiche a seconda dell’area geografica. Per esempio, il calo della popolazione non coinvolge il Nord Italia, dove anzi si registra un aumento dell’1,6 per mille. Il Centro e il Mezzogiorno, invece, segnano un calo rispettivamente pari allo 0,6 per mille e al 3,8 per mille.
Sono soprattutto le aree interne del Paese a subire una perdita di popolazione maggiore rispetto ai litorali, con un dato particolarmente negativo nelle aree interne del Mezzogiorno (-4,7 per mille).
Ecco, nello specifico, le regioni che nel 2024 sono cresciute e quelle che si sono svuotate di più: Trentino Alto Adige (+3,1 per mille); Emilia Romagna (3,1), Lombardia (2,3). Le regioni con maggiore perdita di popolazione, invece, risultano essere la Basilicata (-6,3 per mille) e la Sardegna (-5,8): numeri determinati sia dal calo delle nascite sia dalle differenze geografiche nell’acquisizione della cittadinanza italiana.
La popolazione straniera ha raggiunto quota 5.422.000 unità, con un aumento di 169.000 individui. Molti di questi risiedono al Nord, con dati simili al Centro. Il Mezzogiorno, invece, registra una presenza di stranieri inferiore al milione, a differenza delle altre due macroaree italiane.