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Ispettori del lavoro in fuga: l’allarme del segretario Flp

Marco Carlomagno ha spiegato i motivi della crisi dell'ente nato dieci anni fa

Marco Carlomagno, segretario di Flp (Federazione Lavoratori Pubblici), sul Fatto Quotidiano, ha lanciato l’allarme della fuga degli ispettori del lavoro verso Inps o Inail:

“Quella che doveva essere l’icona di una riforma, il luogo deputato a unificare e potenziare l’attività ispettiva contro lo sfruttamento e per la tutela dei lavoratori e della sicurezza sul lavoro, si sta rivelando, a dieci anni dalla sua istituzione, un fallimento, la cui amara conferma è la scarsa attrattività e la fuga in massa dei suoi funzionari verso altri enti.

L’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) è nato nel 2015 con l’ambizione di accentrare le funzioni ispettive, comprese quelle previdenziali e assicurative prima in capo all’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) e all’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL). Il progetto, tuttavia, non è mai decollato e rischia oggi la “consunzione”, come denunciato da più parti.

I dati che emergono sono allarmanti e disegnano il quadro di un ente in profonda sofferenza. La carenza di personale è drammatica, soprattutto nelle regioni del Centro-Nord, dove in alcune sedi l’organico manca fino a due terzi del personale necessario. A Milano, ad esempio, a fronte di un organico previsto di 370 persone, ne sono presenti appena 130.

I tentativi di reclutamento si sono rivelati inefficaci. Due anni fa, l’INL ha bandito un concorso per 1149 posti da ispettore tecnico: ne sono entrati 850, ma ne sono rimasti in servizio solo 600, meno della metà di quelli necessari. I neoassunti, infatti, hanno preferito migrare verso altre amministrazioni pubbliche, come l’Agenzia delle Entrate, o verso il settore privato, attratti da migliori stipendi e prospettive di carriera.

L’ultima tornata concorsuale ha confermato la tendenza: per soli 34 posti in Friuli Venezia Giulia si sono presentati in dieci, con appena 6 idonei. In Liguria, per 6 posti, i candidati erano 17 e gli idonei 11. In Lombardia, su 190 posti, i candidati sono stati 89 e i vincitori appena 55. E non è affatto scontato che questi ultimi firmino il contratto, vista l’esperienza passata.

Il sintomo più evidente delle criticità in cui versa l’INL è la reazione dei funzionari stessi. Decine e decine di colleghi, come mi è stato confermato, si stanno candidando in massa al nuovo concorso congiunto bandito da INPS e INAIL, che prevede l’assunzione di 448 ispettori di vigilanza (di cui 355 per l’INPS e 93 per l’INAIL).

I funzionari dell’INL lamentano da tempo uno scarto inaccettabile tra la retribuzione e l’enorme responsabilità di firmare verbali che devono reggere in tribunale. In queste condizioni, è naturale che un ispettore preferisca un altro ente con migliori condizioni economiche e di carriera.

Nonostante la crisi di personale, l’attività ispettiva complessiva ha registrato un aumento. Nel 2024, gli accessi ispettivi totali (INL, INPS, INAIL) sono stati 158.069, con un aumento del 42% rispetto all’anno precedente. L’INL, in particolare, ha visto un incremento del 59% degli accessi rispetto al 2023.

Tuttavia, questo aumento quantitativo non deve ingannare. L’attenzione alla lotta al sommerso, spinta anche dagli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), rischia di incentivare interventi veloci a scapito di indagini più approfondite su appalti, subappalti e orari di lavoro, che richiedono tempo e risorse.

I risultati del 2024 mostrano che su 90.831 ispezioni definite, ben 65.096 sono risultate irregolari, con un tasso di irregolarità del 71,7%. Sono stati accertati illeciti che riguardano 120.442 lavoratori, un aumento del 15% rispetto all’anno precedente. Tra i dati più significativi: 19.008 lavoratori in nero e 13.458 casi di interposizione fittizia di manodopera. Le violazioni in materia di salute e sicurezza sono schizzate a 83.330, un incremento del 127% rispetto al 2023.

Questi numeri, pur evidenziando l’efficacia dell’azione di intelligence nel trovare le irregolarità, non possono nascondere la fragilità strutturale dell’ente. Se l’attività ispettiva è costretta a operare con organici ridotti e personale demotivato, il rischio è che la tutela dei diritti e della sicurezza sul lavoro diventi una chimera.

La politica – conclude Carlomagno – deve ascoltare il grido d’allarme che arriva dal campo. Non basta promettere qualche centinaio di posti in più se poi, alla prima occasione, se ne perdono altrettanti. È necessario un intervento strutturale che valorizzi il personale, garantisca retribuzioni adeguate alle responsabilità e assicuri all’Ispettorato l’autonomia e la terzietà necessarie per svolgere la sua fondamentale missione. Altrimenti, il rischio è che la crisi si risolva per consunzione, lasciando i lavoratori più esposti e lo Stato più debole”.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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