Una ricerca del Centro Studi di Assolombarda realizzata con Zucchetti su un bacino di 900 mila lavoratori alle dipendenze di poco meno di 15 mila aziende concentrati nel Nord Italia, fino all’Emilia Romagna dice che il giorno preferito per il lavoro da remoto risulta il venerdì, in cui si concentra quasi un quarto delle ore (24%). Segue il giovedì con il 20,1%, il lunedì con il 19,1%, il mercoledì con il 18,5%, mentre il martedì, con la quota più bassa, ossia il 17,9%, risulta il giorno preferito per andare in ufficio.
“La distribuzione settimanale delle ore di smart working è un’informazione particolarmente preziosa in un’ottica di mobilità e gestione dei flussi di pendolarismo che potrebbe aiutare le città a gestire meglio il trasporto pubblico locale e a migliorare la gestione del traffico”, ha avuto modo di osservare il senior expert del Centro Studi di Assolombarda, Andrea Fioni. Soprattutto in una fase come questa in cui le aziende del trasporto pubblico locale sono alle prese con la carenza di autisti e le amministrazioni con le polveri sottili.
I dati confermano che fino ai millenials, ossia i lavoratori nati prima del 1996, la quota di smart worker cresce al diminuire dell’età. Ma poi tra gli appartenenti alla generazione Z (under 27) la quota scende al 4%: “Due le ragioni – interpreta Fioni -. Da un lato in quella fascia di età l’occupazione si concentra in settori e in attività meno compatibili con la modalità del lavoro a distanza, dall’altro molti di questi giovani sono neoassunti in fase di inserimento, impegnati quindi in attività che richiedono la presenza”.