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Quanti lavoratori italiani hanno il contratto scaduto?

Nonostante le promesse del Governo, ancora troppi: secondo l'Istat, il 54%. Così, a Natale, si annuncia la protesta di chi è messo peggio: i dipendenti del commercio

Quando c’è stata la proposta di introdurre anche in Italia il salario minimo, il governo Meloni ha ribattuto dicendo che è meglio puntare sul rinnovo dei contratti e che, in ogni caso, la stragrande maggioranza dei settori già ne aveva uno più vantaggioso rispetto a quello che voleva prevedere un minimo di 9 euro lorde l’ora (vedi qui). Sta di fatto che, ad oggi, sono 6,7 milioni i lavoratori italiani che aspettano il rinnovo del loro contratti di lavoro, alcuni anche da quasi quattro anni, come ad esempio tutti i lavoratori del settore del commercio e del terziario. Tutti, naturalmente, in questo lasso di tempo, hanno visto le buste paga divorate dall’inflazione galoppante. Ad evidenziarlo è l’ultima rilevazione dell’Istat del 27 ottobre: al netto dei 270 mila lavoratori bancari il cui rinnovo contrattuale è stato appena siglato, i contratti in attesa di rinnovo erano ancora 31 e coinvolgevano il 54% del totale dei lavoratori. Di contro, a fine settembre, quelli in vigore erano 42 e regolano il trattamento economico di circa 5,7 milioni di dipendenti, pari al 45,2% del monte retributivo complessivo.

Analizzando i singoli settori, nell’industria il 97,1% dei contratti oggi risulta in vigore (col 10,3% rinnovato quest’anno); nell’agricoltura, c’è un 100% di rinnovi; nei servizi privati, è in attesa il 74,4%.

Anche nel pubblico il 100% dei contratti risulta scaduto. Questo settore sconta infatti il ritardo fisiologico legato agli stanziamenti del governo fatti sempre a rate. Attualmente, infatti, è ancora in corso la chiusura del ciclo relativo al 2019-2021: solo dopo si potrà aprire quella successiva (2022-2024). Per questo, il governo, a partire dagli statali, ha comunque già previsto di erogare entro l’anno l’indennità di vacanza contrattuale. Secondo l’Aran, l’agenzia pubblica incaricata di effettuare la contrattazione nella pubblica amministrazione, del vecchio ciclo, all’appello mancano solo la dirigenza degli enti locali, la dirigenza di istruzione e ricerca e della presidenza del Consiglio.

Ma, in generale, quanto pesa sui lavoratori il mancato rinnovo di un contratto? La stessa Istat segnala che, in media, la crescita su base annua degli stipendi nei primi nove mesi dell’anno è stata pari al 3% (+4,5 nell’industria, +3,3 nel pubblico e +1,6% nei servizi privati): ben 5 punti sotto la dinamica dei prezzi che si è registrata nello stesso periodo. Di conseguenza, i lavoratori ancora senza contratto, nello stesso lasso di tempo, anziché 5, hanno perso ben 8 punti di potere d’acquisto.

Insomma, i rinnovi arrivano troppo tardi: in media, è stato calcolato che il tempo di attesa per i lavoratori con contratto scaduto è pari a 29,1 mesi. Il settore del terziario, quindi, segna solo la punta dell’iceberg rendendo certamente più pesante la condizione di quasi 5 milioni di addetti (3 milioni nel commercio e nei servizi e circa 2,5 tra turismo, alberghi e ristorazione). Così, Cgil, Cisl e Uil, dopo mesi di trattative in salita, hanno deciso di scioperare il 22 dicembre, ovvero nel pieno dello shopping e degli acquisti di Natale. Per loro, un contratto sotto l’albero sarebbe il regalo più prezioso. Ma, ad oggi, anche quello più difficile da scartare.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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