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Dipendenti della Pubblica Amministrazione, dimezzati i fondi per la formazione

Il dato clamoroso del Conto annuale della Ragioneria Generale dello Stato. Nonostante il Pnrr, arrancano anche le assunzioni

Stando al Conto annuale della Ragioneria Generale dello Stato, negli ultimi 15 anni, la spesa per la formazione dei dipendenti della Pubblica amministrazione si è ridotta della metà. I numeri parlano chiaro: se nel 2008, si sono spesi 301 milioni di euro per questo scopo, nel 2021, si è scesi a 158,9. Un bel guaio ora che bisogna mettere a terra i progetti finanziati con il Pnrr. Anzi, a dirla tutta, un bel guaio nonostante il Pnrr. Uno dei punti in cui l’Italia è più in ritardo su questo versante, infatti, è proprio la formazione del personale pubblico che avevamo promesso a Bruxelles quando ci ha staccato l’assegno di complessivi 209 miliardi al fine di riprenderci dalla pandemia. Ora, la terza tranche di quei soldi (19 miliardi) che sarebbe dovuta arrivare già a dicembre del 2022, ritarda in maniera preoccupante. E, a fronte di questa situazione, possiamo vantare (si fa per dire) il fatto che il numero di giorni di formazione complessivo per i dipendenti pubblici è sceso dal massimo di 4,9 milioni del 2008 ai 2,9 milioni del 2021. Si è arrivati, cioè, in media, a meno di un giorno di formazione per dipendente. Eppure, uno dei pilastri del Pnrr è proprio l’aggiornamento professionale del personale pubblico in tutti i settori in cui esso è dispiegato, per un totale di 2,68 milioni di lavoratori formati come obiettivo finale. In particolare, come sono divisi questi impiegati statali che aspettano di essere formati? 1,8 milioni è nella scuola, 302mila nel comparto sanitario, 294mila negli uffici centrali della pubblica amministrazione e 281mila in quelli della pubblica amministrazione locale. A fronte di questo quadro, a oggi, solo 4250 persone hanno frequentato corsi di aggiornamento. Si tratta del misero 0,16% dell’obiettivo finale che, è bene ricordare, vede il 2026 come orizzonte temporale. Ma i ritardi non si fermano qui: il Pnrr prevede anche un totale di 116.915 assunzioni. Ad oggi, però, ne sono state portate a termine solo 13.732. E si arranca sia per far firmare contratti a tempo determinato che indeterminato. Solo nella pubblica amministrazione, devono essere coperti 96.085 posti mentre nel settore privato si aspettano 20.830 nuovi arrivi. Per ora, solo un miraggio. Eppure, senza assunzioni e senza formazione dei lavoratori non ci potrà essere il Pnrr, l’insieme di quelle risorse vitali per il nostro Paese che tutti definiscono imperdibile.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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