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I lavoratori più pagati? Quelli della finanza

L'indagine di Odm Consulting

Per molti sarà anche brutta, sporca e cattiva, soprattutto a Natale. Ma i dirigenti e gli impiegati della finanza sono i lavoratori più pagati, anche solo considerando la retribuzione base annua. Per i primi il valore medio è 138.777 euro, il 15% in più della media generale che riguarda finanza, industria, commercio e servizi (120.562), mentre per i secondi è di 39.831, ossia il 12% in più sempre della media generale.

A dirlo è il report di ODM consulting: “La retribuzione base può variare significativamente in funzione della dimensione aziendale, dell’area territoriale e del settore, con un’incidenza diversa per ciascun inquadramento”, ha spiegato al Sole 24 Ore Miriam Quarti, responsabile area Reward & Engagement di ODM Consulting.

In media, i dirigenti hanno raggiunto una retribuzione base annua di 120.562 euro e una retribuzione totale annua (che comprende il variabile percepito) di 139.952. Per i quadri i due dati sono rispettivamente 63.631 e 68.685, per gli impiegati di 35.563 e 37.398, mentre per gli operai lo scostamento, in media è minimo: 28.497 e 28.982. Questo significa che tra i lavoratori che hanno percepito un variabile i dirigenti hanno avuto più di 19mila euro ossia 40 volte in più degli operai (500 euro), 10 volte degli impiegati (2mila), 4 volte dei quadri.

Prendendo i settori, se parliamo di dirigenti, l’altro settore dove guadagnano più della media è il commercio con il +4%. L’industria è in linea con la media generale, mentre i servizi hanno uno scostamento negativo del -8%. Scendendo ai quadri, le retribuzioni nella finanza sono allineate alla media, mentre è sotto la retribuzione base nei servizi (-6,5%). Sopra la media, invece, ci sono commercio (+7,6%) e industria (+5,6%). Finanza e industria sono i settori con le retribuzioni più alte per gli impiegati (rispettivamente +12% e +8% rispetto alla media) mentre servizi e commercio hanno quelle più basse (rispettivamente -7,6% e -6,8%).

Infine, per gli operai, le retribuzioni sono più elevate nell’industria (+4,1% rispetto alle media generale) e inferiori nel commercio (-8,6%). Prendendo sempre solo la retribuzione base, se consideriamo la dimensione aziendale i quadri nelle grandi aziende guadagnano il 9,2% in più della media. Per gli operai, invece lo scostamento positivo è del +4,5%. Nelle piccole aziende, invece, gli operai guadagnano il 9,1% in meno della media. Anche la collocazione geografica ha il suo peso: per tutti gli inquadramenti l’area territoriale con lo scostamento in positivo maggiore è il Nord Ovest, per gli operai invece è il Nord Est dove guadagnano il 4% in più della media. Lo scostamento negativo più significativo è quello dei quadri del Sud che guadagnano l’11,5% in meno, mentre quello più positivo riguarda i dirigenti del Nord Ovest che guadagnano il 5,8% in più.

Uscendo dai dettagli di settori, territori e dimensioni aziendali, nei trend retributivi nel nostro Paese si osserva un dato congiunturale positivo e uno ormai strutturale che lo è un po’ meno. Il primo, dice Quarti, ci mostra che “si è verificata l’inversione di tendenza auspicata nelle previsioni dello scorso anno per cui la percentuale di crescita media delle retribuzioni è superiore all’inflazione”.

Il secondo, invece, è che “in termini di livello dei prezzi non c’è mai stata una discesa, bensì una stabilizzazione su valori più alti in modo permanente. E quindi il cumulato relativo alla crescita dell’inflazione rispetto al cumulato della crescita retributiva non ha recuperato del tutto negli ultimi cinque anni, anche se è da sottolineare la spinta in positivo del 2023, del 2024 e la tendenza del 2025”.

 

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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