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Luglio

Perchè il nostro welfare è in pericolo: il libro che dà l’allarme

Sergio Rizzo, già co-autore con Gian Antonio Stella de "La casta", firma "Il Titanic delle pensioni": "Per evitare il crac, urge una riforma strutturale"

Sergio Rizzo, uno dei giornalisti più noti del panorama italiano essendo stato firma del Corriere, vicedirettore di Repubblica nonché, con Gian Antonio Stella, autore del bestseller “La casta” nel 2007, è in libreria con il suo ultimo lavoro edito da Solferino: “Il Titanic delle pensioni”, sottotitolo “Perché lo stato sociale sta affondando”.

“Correva il 1992 quando il governo di Giuliano Amato prese atto che il sistema pensionistico rischiava di fare crac – ricorda Rizzo – Da allora, invece, ogni governo ha fatto di tutto per mettere a rischio la sostenibilità della previdenza, mentre l’aumento dei posti di lavoro, l’unico vero antidoto, è rimasto pura propaganda elettorale”.

“Il risultato è che già ora i contributi di chi lavora non riescono a coprire l’intera spesa. Il numero delle pensioni pagate è ormai pari al numero dei lavoratori attivi. E il buco si allarga sempre di più anche a causa di dinamiche demografiche preoccupanti: in tre anni l’Italia ha perso un milione di abitanti, mentre il numero dei morti ha ormai doppiato quello dei nuovi nati. Per non dire della sopravvivenza di assurdi privilegi per alcune categorie protette. A cominciare dai parlamentari e dai consiglieri regionali, ai quali continuiamo a regalare la doppia pensione con i contributi figurativi pagati dalla collettività. E poi i benefici incomprensibili per i militari, i dipendenti della Regione siciliana, i piloti e gli assistenti di volo, le decontribuzioni a pioggia per accontentare tutti. Fino all’esercito dei finti disoccupati agricoli e dei falsi invalidi civili. Stime ottimistiche – rimarca l’autore del “Titanic delle pensioni” – dicono che nel 2046 la voragine delle pensioni arriverà a 200 miliardi. Una somma superiore all’intero gettito Irpef”.

“Lo scenario è terribile – conclude Rizzo – se non si interviene in modo serio, fra vent’anni i soldi per pagare le pensioni non ci saranno più. La via d’uscita è una sola e obbligata. Rivoluzionare l’intero sistema. E in fretta”.

 

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