Il prossimo giovedì 6 luglio, alle ore 18:30, presso la saletta spazio Guida di via Bisignano 11 a Napoli, sarà presentato il libro di Pietro Spirito “La digitalizzazione del lavoro”, sottotitolo “Percorsi di formazione senza diritti”, edizioni Guida. Oltre all’autore, saranno presenti il vicepresidente di Confindustria Vito Grassi, il professore di storia economica Amedeo Lepore e il segretario della Uil Campania, Giovanni Sgambati. Pietro Spirito, attualmente, insegna Management delle Infrastrutture presso Universitas Mercatorum ed Economia Applicata presso l’Università Pegaso. In passato, è stato dirigente delle Ferrovie dello Stato, presidente e direttore generale dell’Interporto di Bologna, direttore centrale Operazioni di Atac nonché presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del mar Tirreno Centrale. In copertina al libro che si accinge a presentare si legge: “Sono passati quindici anni dall’introduzione sul mercato degli smartphone. In quello stesso anno – il 2007 – in cui si inaugurava una serie di crisi consecutive del capitalismo finanziario, prendeva avvio la storia del prodotto che ha generato la rivoluzione digitale diffusa, quello che sta nelle nostre mani ogni giorno, per tanta parte del nostro tempo. Da allora, tutto è cambiato: i sistemi di comunicazione, i meccanismi della socialità, il modello organizzativo delle nostre esistenze. Le nuove tecnologie, unite ad un sistema di valori fondato esclusivamente sul mercato deregolamentato, segnano oggi una liquidità della dimensione temporale che ha modificato profondamente anche i meccanismi del lavoro. Il lavoro costituisce una delle attività originarie che caratterizzano le comunità umane: la sua evoluzione nel tempo è stata, infatti, una delle chiavi che ha contribuito a delineare l’orizzonte dei meccanismi di funzionamento della società. Un grappolo di nuove applicazioni tecniche, dalle traduzioni automatiche ai programmi di connessione web, ha infranto il muro delle barriere di accesso sul mercato del lavoro delle attività di servizio. Si è aperta, quasi in sordina, una stagione di profonda riorganizzazione: intelligenza remota ed intelligenza artificiale hanno infranto il nesso tra servizi e localizzazione territoriale. Mentre le fabbriche hanno già messo le ali nel corso dei passati decenni andando verso le nuove frontiere territoriali della globalizzazione, ora anche le prestazioni professionali non sono più prigioniere del rapporto diretto tra produzione e consumatore, una volta vincolato a uno stesso fazzoletto di spazio. Stiamo attraversando un profondo processo di rivolgimenti, che è in qualche modo solo all’inizio della sua parabola. Il lavoro è al centro di questo rimescolamento delle carte, che prelude ad un sistema di relazioni industriali e sociali radicalmente differenti rispetto a quelle che ci hanno accompagnato per tanto tempo. L’occupazione era prevalentemente stabile, manifatturiera, legata al sistema di welfare: è diventata precaria, intermittente, sganciata dai meccanismi di funzionamento del capitalismo contemporaneo. ‘La digitalizzazione del lavoro’ si interroga sulle traiettorie che caratterizzano la disciplina del lavoro nella società digitale, in un passaggio di fase che continua a restringere i diritti dei lavoratori e ad allargare l’area della precarietà”.
Giovedì 6 luglio si presenta il libro dell’ex presidente dell’Autorità Portuale di Napoli, Pietro Spirito