I primi 20 anni di attività del più grande fondo interprofessionale in Italia per la formazione continua, Fondimpresa, creato su impulso di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil.Oltre sono riassumibili in questi numeri: quattro miliardi di euro d’investimento in progetti di formazione, 4,2 miliardi per l’esattezza, 106mila aziende raggiunte almeno una volta, 246.067 piani formativi finanziati, che hanno contribuito ad aggiornare e a riqualificare le competenze di più di 4,4 milioni di lavoratori. Con un impatto diretto, e positivo, su competitività delle imprese e sviluppo del “sistema Paese”.
Oggi Fondimpresa è una realtà alla quale aderiscono più di 200mila aziende, di tutte le dimensioni (le piccole e medie sono il 38,8%, le grandi il restante 61,2%), e settori produttivi, dal manifatturiero ai trasporti, da edilizia e commercio ai servizi alle imprese, contando quasi cinque milioni di lavoratori iscritti.
La crescita in questi 20 anni è stata costante: si è passati dalle 14.177 aziende e 1,1 milioni di lavoratori nel 2004 alle attuali 201.530 realtà e 4.980.155 di addetti. La raccolta dello 0,30% (il canale di contribuzione ai fondi interprofessionali, ndr) nel 2023 ha toccato il record, più di 434 milioni di euro, con una crescita del 32,3% rispetto al 2022, quando si è attestato a quasi 328 milioni.
Dalle competenze di base alla riqualificazione dei lavoratori in cassa integrazione, dagli avvisi green alla mobilità e all’innovazione tecnologica, Fondimpresa, in questi anni, ha spinto forte sull’innovazione per rendere la formazione continua, come ha raccontato al Sole 24 Ore il presidente Aurelio Regina, “essenziale per costruire una società più dinamica e pronta a rispondere alle sfide del mercato del lavoro”.
“Abbiamo ancora molta strada da percorrere – ha aggiunto Regina – e importanti obiettivi a cui puntare: l’istituzionalizzazione dell’interlocuzione tra Fondimpresa e la Conferenza Stato-Regioni rappresenterebbe un’opportunità cruciale per elevare il livello di coordinamento e di efficacia delle politiche attive per il lavoro nel nostro Paese. L’auspicio – ha continuato – è che si tenda far ricoprire ai Fondi un ruolo sempre più centrale nella gestione dei fondi comunitari destinati alla formazione e all’occupazione. La capacità di dialogare sia con le imprese che con i lavoratori ci pone come interlocutori privilegiati per progettare e implementare percorsi formativi mirati e interventi di sostegno all’occupabilità che tengano conto delle specificità dei diversi settori produttivi e delle esigenze delle diverse categorie di lavoratori”.
“In questi primi 20 anni – ha raccontato Fulvio Bartolo, vicepresidente di Fondimpresa – abbiamo raggiunto obiettivi strategici come la realizzazione del primo Avviso pilota per la formazione di lavoratori in Paesi terzi: il recente decreto 20/2023 ha aperto alla possibilità di realizzare un avviso dedicato alla formazione di cittadini residenti all’estero da inserire nel tessuto produttivo italiano al di fuori delle quote fissate dai decreti flussi. L’avviso apporta al Paese un doppio valore aggiunto: economico e sociale, perché se da un lato desideriamo aiutare a ridurre il mismatch e fornire una risposta all’endemica carenza di manodopera, contemporaneamente vorremmo contribuire a creare un’immigrazione di qualità”.
Un altro ambito di interesse è la pubblica amministrazione, a caccia di nuove competenze e profili professionali. Qui i Fondi potrebbero svolgere un ruolo chiave nella progettazione e nell’erogazione di percorsi formativi ad hoc per modernizzarla e renderla più efficace ed efficiente.
È poi necessario superare la frammentazione del sistema della formazione professionale e rafforzare il coordinamento tra i diversi attori coinvolti.
Sempre Aurelio Regina ha concluso: “Le sfide che abbiamo di fronte sono epocali, e i fondi interprofessionali, con in testa Fondimpresa, possono, e vogliono, rappresentare una leva strategica per un rinnovato approccio alle politiche attive del lavoro in Italia, in modo da contribuire alla crescita economica e alla creazione di nuovi posti di lavoro”.