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In Cina si nascondono i dati sulla disoccupazione, a Londra avanza un modello di salario minimo: notizie lavorative dal mondo

A Pechino, il regime costringe i giovani a utilizzare Tinder, il social ideato per fare nuovi incontri, al fine di cercare un'occupazione. Sulle sponde del Tamigi, invece, una terza via possibile anche per l'Italia

Come se la passa il lavoro nel mondo? Negli ultimi giorni, hanno suscitato interesse, tra le altre, due notizie: la prima proveniente dalla Cina, la seconda da Londra.

Iniziamo dalla prima: a Pechino, quando il tasso di disoccupazione giovanile ha iniziato a registrare numeri record passando dal 20,4% di aprile al 21,3% di giugno, il regime di Xi-Jinping ha deciso di risolvere alla radice – si fa per dire – il problema smettendo di rendere noti i dati. Naturalmente, per i giovani cinesi, le difficoltà di trovare un’occupazione, però, sono rimaste tutte. E quindi si sono ingegnati a utilizzare il social network Tinder (che, in tutte le altre parti del mondo serve esclusivamente per trovare l’anima gemella) come una piattaforma per trovare uno sbocco lavorativo, un po’ sul modello di Linkedin.

Già a giugno, sul social cinese Xiaohongshu, era diventato virale un post in cui l’utente Bagel illustrava in sei punti “come utilizzare Tinder per trovare lavoro”. La testata online Sixth Tone, poi, ha parlato con alcune donne che sotto pseudonimo hanno raccontato il loro approccio alla piattaforma di dating per cercare occupazione. Songsong, ad esempio, dopo non aver ricevuto alcuna risposta a oltre trenta domande di lavoro via e-mail, ha deciso di cambiare le immagini del suo profilo su Tinder scrivendo a caratteri rossi “Assumimi”. Embematico.

A Londra, invece, si propone come modello di salario minimo cittadino: il London Living Wage. In tutto il Regno Unito vige un salario minimo di 9,50 sterline l’ora ma, sulle sponde del Tamigi, già da 20 anni, i datori di lavoro possono sostituirlo con uno calcolato appositamente sulla base del costo della vita nella capitale che, per un single, può essere anche del 66% maggiore rispetto che altrove.

Ma come funziona questo meccanismo? Ogni anno, un gruppo indipendente di ricercatori ricalcola la retribuzione oraria. Nel 2022, essa è stata stabilita in 11,95 sterline l’ora. Sta di fatto che questo salario minimo non rappresenta un obbligo legale, ma i datori che scelgono di adottarlo vengono riconosciuti tramite un registro pubblico e chi lo offre può segnalarlo negli annunci delle assunzioni per distinguersi dalla concorrenza.

E per questo, tradotto in numeri (forniti da Trust for London), l’impatto del salario minimo londinese è stato: 13mila aziende aderenti; 45% di aumenti degli stipendi; 97% delle aziende iscritte al registro che ha migliorato la propria reputazione; 60% di queste aziende che ha visto calare il numero di dimissioni.

Come dire: tra chi, in Italia, si batte per l’introduzione del salario minimo per legge unico in tutto il Paese e chi la osteggia, una terza via parrebbe possibile soprattutto nelle nostre aree metropolitane, dove il costo della vita è molto più alto rispetto alle aree interne e a quelle di provincia.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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