
Ieri, 21 agosto, si è celebrata la Giornata mondiale dell’Imprenditore, una ricorrenza che ha lo scopo di diffondere una maggiore conoscenza del mondo dell’imprenditoria e di sensibilizzare al meglio chi ha avviato un’impresa o ha intenzione di farlo. “Eccellenza Italiana”, una community digitale di oltre 500mila persone nata per promuovere il made in Italy, assieme alla testata “Pillole di Economia”, per l’occasione, ha individuato cinque imprenditori italiani che sono partiti da zero ma che hanno raggiunto un successo fuori dal comune. Rappresentano cinque esempi della nostra migliore economia. Tra di essi, come qualcuno potrebbe pensare, non c’è Silvio Berlusconi. E nemmeno una donna. Ma, in compenso, un blogger trentenne e uno che ha iniziato, come Steve Jobs, in un garage.
Il primo è Leonardo Del Vecchio: il padre muore poco prima della sua nascita e, ancora piccolissimo, viene affidato all’orfanotrofio milanese dei Martinitt. Lo lascia solo a 15 anni per lavorare come garzone in una fabbrica. Nel 2022, stando alle stime di Forbes, poco prima della sua morte, il suo patrimonio contava 27,3 miliardi di dollari, facendo di lui il 52esimo uomo più ricco del mondo. Fondatore di Luxottica, la più grande azienda produttrice di lenti e occhiali al mondo, il suo gruppo conta oltre 180mila dipendenti.
Il secondo è Salvatore Aranzulla, classe 1990, nato in un paesino in provincia di Catania, Mirabella Imbaccari: il suo blog è oggi tra i 20 siti più visitati in Italia con un numero di visite giornaliere che oscilla tra le 600 e le 800 mila. La sua parabola imprenditoriale inizia nel 2002 quando, a soli 12 anni, per rispondere agli amici che, conoscendo la sua passione per la tecnologia, gli chiedevano di continuo di risolvergli i problemi. A 18 anni, non potendo permettersi di pagare l’università, decide di ospitare pubblicità: da quel momento ad oggi i suoi guadagni non smetteranno mai di crescere.
Il terzo esempio di imprenditoria di successo è incarnato da Renzo Rosso, nato anche lui in provincia, a Brugine, vicino Padova, nel 1955 da un’umile famiglia di agricoltori. Ad appena 15 anni realizza il suo primo paio di jeans utilizzando la macchina da cucire di sua madre. Da quel momento, non si ferma più. Oggi è il fondatore del marchio Diesel e ha un patrimonio che supera i 4 miliardi di euro.
Il quarto grande esempio di imprenditore partito da zero è Nerio Alessandri: classe 1961, romagnolo di Gatteo, suo padre è un capomastro, sua madre una operaia. Inizia la carriera nel garage di casa: insieme a due amici, inizia a costruire rudimentali attrezzi da palestra e li propone al proprietario della struttura nella quale si allenava. Ben presto, fa parlare di sé e nel giro di un anno produce oltre 150 macchine del genere: il suo garage ha fatto da embrione alla Technogym, oggi leader mondiale nella produzione di attrezzi per lo sport. Nel 2022 ha avuto un fatturato di 721 milioni di euro.
Quinto, ma non ultimo, esempio di grande imprenditore italiano è il compianto Giorgio Squinzi che, tra l’altro, gli appassionati di calcio conoscono bene per essere stato il presidente del Sassuolo. Nacque nel 1943 a Cisano Bergamasco, nel pieno della Seconda guerra mondiale: la famiglia fu sfollata da Milano a causa dei continui bombardamenti. Nel 1937, il padre Rodolfo aveva fondato una piccola azienda, la Mapei, che si occupava di produzione di intonaci e materiali per rivestimenti edili. Negli anni Settanta, l’azienda passa nelle sue mani e subito attua un processo di internazionalizzazione aprendo uno stabilimento in Canada. Oggi, Mapei è presente in 80 Paesi e conta più di 10.000 dipendenti.