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Quanto valgono l’evasione fiscale e l’economia sommersa in Italia?

Uno studio di Pagella Politica all'indomani della manovra finanziaria che secondo molti non combatte questi fenomeni. Eppure, potremmo essere un Paese ricchissimo

Chi critica la manovra finanziaria approvata lunedì scorso dal Consiglio dei Ministri (vedi qui), sostiene che è un provvedimento che, tra l’altro, non combatte l’evasione fiscale, uno dei grandi mali del sistema-Italia. Ma quest’ultima, quanto vale?

Lo ha analizzato Pagella Politica, il sito specializzato in fact-checking. Ebbene: il sito riporta che, nel 2020, l’evasione fiscale in Italia è calata rispetto al 2019. Questo, stando alle stime più recenti del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Tuttavia, nel 2021, il valore delle attività illegali è ripreso a crescere rispetto all’anno precedente, questa volta secondo l’analisi di Istat. Questi dati, in ogni caso, vanno letti nel giusto contesto: entrambi gli anni sono stati influenzati dalla crisi causata dalla pandemia di Covid-19 e bisogna fare attenzione a non confondere l’evasione con l’economia sommersa.

A fine settembre, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato la nuova Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale contributiva scritta da una commissione di 15 esperti in materie varie come economia, statistica e lavoro.

I dati della relazione fanno riferimento al 2020: per avere stime affidabili sull’evasione fiscale è infatti necessario diverso tempo. La metodologia usata dagli esperti per quantificare quante tasse non sono regolarmente versate è complessa. Ma, in estrema sintesi, gli esperti hanno analizzato dati sulla contabilità nazionale, hanno stimato quali sarebbero state le entrate potenziali per il fisco e le hanno confrontate con quelle realmente incassate. Semplificando, la differenza tra quanto incassato e quanto si sarebbe dovuto incassare senza evasione è chiamata tax gap.

Ebbene, nel 2020, l’evasione fiscale in Italia ha raggiunto un valore pari a 86,9 miliardi di euro, in calo di quasi 13 miliardi sull’anno precedente e di quasi 20 miliardi sui quattro anni. Per avere un ordine di grandezza, questo valore corrisponde al 5,3% del Pil italiano. Capovolgendo il punto di vista: senza evasione fiscale, l’Italia sarebbe un Paese ricchissimo: basti pensare che la manovra finanziaria varata lunedì vale 24 miliardi, nemmeno un terzo del valore dell’evasione.

Comunque: gli 86,9 miliardi di euro che non tornano nei conti si dividono in 76 miliardi di mancate entrate tributarie e in 10,9 miliardi di mancate entrate contributive. Le prime risultano in calo rispetto al 2019 di 10,9 miliardi, le seconde di 1,8 miliardi. Va considerato, però, che il 2020 è stato un anno pandemico, il che ha ridotto significativamente il gettito potenziale.

In ogni caso: nel 2020, l’imposta evasa di più è stata, come nel 2019, l’Irpef da lavoro autonomo e impresa per un valore pari a 28,2 miliardi di euro. Al secondo posto, ci sono i 22,9 miliardi dell’Iva. Seguono l’Ires con 8,5 miliardi, l’Imu e la Tasi con 5,2 miliardi, l’Irap con 4,6 miliardi, e l’Irpef da lavoro dipendente irregolare per 3,9 miliardi.

L’evasione dei contributi, invece, è composta da due voci: i contributi a carico del lavoratore dipendente evasi valgono 2,5 miliardi di euro, quelli a carico del datore di lavoro 8,3 miliardi.

Sta di fatto che l’evasione fiscale e contributiva è solo una parte della cosiddetta economia non osservata che, invece, è l’unione tra l’economia sommersa e quella illegale. Nell’economia sommersa, rientrano, oltre all’evasione fiscale, componenti come il lavoro irregolare e gli affitti in nero, mentre nell’economia illegale rientrano sia la produzione illegale e la vendita di beni, sia i beni legali che sono venduti da operatori non autorizzati.

Secondo l’Istat, nel 2021, l’economia non osservata ha raggiunto un valore di 192 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 174,6 miliardi del 2020. In entrambi gli anni, stiamo parlando di una cifra pari al 10,5% del Pil.

Ma non è ancora finita: nel 2021, l’economia sommersa da sotto-dichiarazione, ossia la pratica con cui si dichiara meno del dovuto, ha raggiunto i 91,4 miliardi di euro, quella da lavoro irregolare i 68 miliardi, le altre componenti 14 miliardi e le attività illegali 18 miliardi. Tra il 2020 e il 2021, è aumentato il peso della sotto-dichiarazione e sono calate tutte le altre componenti.

Infine, Pagella Politica ha notato quanto l’economia sommersa pesa settore per settore. Ebbene, lo fa per il 35% sul valore aggiunto del settore altri servizi alle persone, per il 21% su quello del commercio, trasporti, alloggio e ristorazione e per il 18% su quello delle costruzioni.

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Redazione - Articoli pubblicati: 878

Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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