Da quest’anno, cinque milioni di Partite Iva potranno pagare le tasse in dodici mesi. Il Governo Meloni prima ha introdotto la possibilità per gli autonomi di dilazionare in sette mesi anziché sei il pagamento del saldo e del primo acconto delle imposte sull’anno precedente, ora lavora per rendere strutturale anche la misura che, per quest’anno, in via sperimentale, consente alle Partite Iva fino a 170 mila euro di reddito di rateizzare e ritardare a gennaio senza interessi il pagamento del secondo acconto, quello di novembre, su cinque mesi.
“L’operazione – ha spiegato Alberto Gusmeroli, presidente della commissione Attività produttive di Montecitorio – non comporta costi per lo Stato e assicura maggiore liquidità a professionisti e imprese”.
Sta di fatto che ci sono anche altre novità in arrivo: la prima è la possibilità di permettere ai contribuenti di pagare le tasse direttamente con la carta di credito. Questo, mentre anche i contributi previdenziali Inps relativi al secondo acconto, in futuro, potrebbero essere pagati in più mensilità, mentre adesso vanno versati a novembre in un colpo solo.
Come detto, saranno oltre cinque milioni i soggetti a cui, a partire da quest’anno, non verrà più richiesto di pagare metà delle tasse in anticipo bensì a consuntivo, dunque ad anno concluso e reddito effettivamente guadagnato.
“Ma ora vogliamo rendere la misura strutturale estendendola a tutti, compresi dipendenti e pensionati con altri redditi, con lo scopo anche di abolire la ritenuta d’acconto per un milione di professionisti che, a questo punto, con il pagamento delle tasse in dodici mesi, non avrebbe più ragione di essere mantenuta – ha annunciato ancora Gusmeroli – Inoltre, con il nuovo presidente dell’Inps Gabriele Fava avvieremo un’interlocuzione costruttiva al fine di comprendere anche i contributi previdenziali nell’ambito della rateizzazione”.
In un’ottica di semplificazione del sistema fiscale, rientra anche il pagamento delle tasse con carta di credito. “Il sommerso si combatte efficacemente, oltre che con i controlli, semplificando il sistema fiscale, riducendo gradualmente la tassazione e con un rapporto migliore tra cittadino e fisco”.
Ma com’è l’andamento delle Partite Iva in Italia? Oggi sono oltre i 5 milioni, ma vent’anni fa erano oltre 6. Negli ultimi tempi sono in ogni caso in crescita perché aumenta la quota di Partite Iva senza albo o ordine professionale, quella che fa riferimento ai nuovi lavori come web designer, social media manager, formatori, consulenti aziendali e informatici. In diminuzione, invece, sono le attività che costituiscono il lavoro autonomo classico e che rappresentano quasi il 75% del totale: artigiani, piccoli commercianti e agricoltori. Nello specifico, tra il 2014 e il 2022, gli agricoltori sono diminuiti di 33.500 unità (-7,5%), i commercianti di 203.000 (-9,7%) e gli artigiani di quasi 258.500 unità (-15,2%).