
Dovremmo farci coraggio: al ritmo attuale, in Italia, ci vorranno ancora 29 anni per raggiungere la parità di occupazione tra uomini e donne. Alla fine del 2023, gli uomini occupati erano circa 13 milioni e seicentomila per un tasso di attività del 70,7%. Le donne, invece, erano circa 10 milioni e settanta mila per un tasso di attività del 53%.
Ora: nei dieci anni considerati, l’occupazione femminile è cresciuta in misura leggermente maggiore rispetto a quella dagli uomini (+9,7% vs. 8,8%); con questo ritmo, però, ci vorrebbero quasi 29 anni per raggiungere la stessa proporzione di uomini e donne occupate.
I dati che emergono dal Rapporto sullo stato dei diritti della onlus ‘A buon diritto’ di Luigi Manconi messo a punto con il sostegno della Chiesa Valdese e presentato alla Camera con gli interventi del leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni e del segretario di +Europa Riccardo Magi e delle deputate Pd Cecilia d’Elia e Rachele Scarpa.
Sta di fatto che un altro importante e fondamentale divario che caratterizza l’occupazione nel nostro Paese è quello generazionale. I giovani occupati tra i 29 e i 34 anni sono oltre 4 milioni e duecento mila, mentre gli adulti con più di 34 anni di età occupati sono oltre 18 milioni e ottocentomila. I primi sono aumentati in dieci anni di circa 104 mila unità (+4%) gli altri invece quasi di 1,5 milione (+8,9%).
In linea con l’andamento demografico, quindi, anche la forza lavoro del nostro Paese è sempre più anziana. Secondo i dati pubblicati dall’Istat, negli ultimi cinque anni il numero di cittadini stranieri occupati nel nostro Paese è cresciuto di poco meno di quarantamila unità.