
Solo in metà delle famiglie italiane lavorano entrambi i genitori. E in tre casi su quattro è la madre a lasciare il lavoro per occuparsi della famiglia. Sono i dati dello studio “Donne, lavoro e sfide demografiche , modelli e strategie a sostegno dell’occupazione femminile e della genitorialità” di Gi Group Holding.
Del resto, lo sappiamo bene: dovrebbe essere possibile avere figli piccoli e lavorare, ma nel nostro Paese non è così per tutte le famiglie. Sono ancora tantissime le coppie con figli piccoli o adolescenti in cui lavora un solo genitore, talvolta per scelta e molto spesso per necessità.
Il fatto è che dei due stipendi a disposizione nella coppia si preferisce fare affidamento su quello più alto, tipicamente dell’uomo. Lo stesso ragionamento vale anche per il ricorso a periodi di congedo parentale che siano uguali per padri e madri: succede solo nel 22% dei casi.
A questo si somma anche una valutazione rispetto alle prospettive di carriera. Si preferisce non compromettere le prospettive future del padre, innestando un vero e proprio circolo vizioso: le madri così saranno sempre più spinte ai margini del mercato del lavoro con lavori sempre meno qualificati e quindi meno retribuiti.
Non è un caso che le madri intervistate nel report affermino di aver bisogno di un maggior supporto da parte dello Stato per poter conciliare al meglio vita e lavoro, chiedendo – per esempio – asili nido gratuiti e di qualità. Molte delle donne già madri infatti hanno dichiarato che non vorrebbero altri figli ma, allo stesso tempo, il 20% di loro potrebbe cambiare idea se si investisse maggiormente sugli asili nido.
Nel frattempo, questa è la classifica dei Paesi valutando la percentuale di coppie con figli tra 0 e 14 anni in cui lavorano entrambi i partner: prima la Svezia (79%), seconda l’Olanda (78%), terza a pari merito Francia e Germania (69%), quinta la Spagna (63%), solo sesta (con distacco) l’Italia (51%).