Secondo una elaborazione Svimez su dati Istat, a beneficiare del salario minimo fissato per legge a 9 euro lordi l’ora sarebbero soprattutto i lavoratori del Sud. In quest’area del Paese, infatti, uno su quattro, attualmente, guadagna meno. Nello specifico, sotto soglia, nel Mezzogiorno, sono 1.032.262 su un totale di 4.117.511 dipendenti. Nel centronord, invece, a essere sotto il limite dei 9 euro sono 1.970.150 su un totale di 12.416.207. La partita che ora coinvolge anche il Cnel, quindi, vede protagonisti circa 3 milioni di italiani.
Ma quali sono i punti fermi del dibattito? Pagella Politica ha portato a termine un fact-checking accurato a tal proposito verificando che l’Italia, tanto per iniziare, è uno dei 5 Stati membri dell’Ue su 27 e uno degli 8 Stati membri dell’Ocse su 38 a non avere un salario minimo.
Studi alla mano, poi, non è vero che in tutti i Paesi il salario minimo abbia fatto crescere l’occupazione. In alcuni casi, il suo impatto è stato positivo, ma in altri nullo o negativo.
Un salario minimo a 9 euro, inoltre, sarebbe tra i più alti al mondo considerando che questa soglia si aggirerebbe intorno al 75% del salario mediano italiano: la terza percentuale più alta tra i Paesi Ocse con un salario minimo.
Non è vero, in ogni caso, che il salario minimo faccia abbassare gli altri salari: gli studi dicono che in vari Paesi il salario minimo ha contribuito a far aumentare le retribuzioni di chi guadagnava di meno senza causare un abbassamento dei salari.
Non è vero che sia l’Ue a imporre l’Italia una misura del genere: l’Unione ha introdotto nuove norme per promuovere l’adeguatezza dei salari minimi nei Paesi membri, ma non l’obbligo di introdurre un salario minimo.
Non è vero, poi, che l’80% dei contratti nazionali sia pirata. Il 22% dei contratti collettivi nazionali è firmato da Cgil, Cisl e Uil, ma questo non significa automaticamente che il restante sia composto da contratti pirata. Tant’è che il 43% è stato sottoscritto da sigle sindacali minori.
Il salario minimo, comunque, sembra che non faccia crescere la natalità. E, infine, entrerebbe in vigore nel 2024 in quanto la proposta di legge presentata dalle opposizioni specifica che le sue disposizioni acquistano efficacia dal novembre 2024.