
Per chi lavora anche a Ferragosto, magari intervallando una riunione da remoto o l’esame di un documento sul computer a un tuffo o a una camminata in montagna nel nome del cosiddetto workation, attenzione a come ci si organizza. Anche nel pieno dell’estate, infatti, continuano a conquistare l’onore delle cronache dei casi di licenziamento che fanno davvero pensare.
In Australia, ad esempio, una donna è stata licenziata dopo 18 anni di lavoro in quanto uno speciale software di battitura ha scoperto che non scriveva abbastanza mentre era in smart working. Suzie Cheikho, la cui storia è rimbalzata da sito in sito facendo il giro del mondo, è stata licenziata dall’Insurance Australia Group (IAG) dopo che è stata sottoposta a una revisione dell’attività informatica. Essa ha esaminato la frequenza con cui ha premuto i pulsanti sulla sua tastiera in 49 giorni di lavoro tra ottobre e dicembre scorso. E l’analisi ha rilevato che ha iniziato in ritardo per 47 giorni e che non ha lavorato secondo l’orario stabilito.
Il software, in definitiva, ha scoperto che Cheikho aveva “un’attività di battitura molto bassa”, con zero battute documentate in 117 ore a ottobre, 143 ore a novembre e 60 ore a dicembre. La diretta interessata ha contestato il risultato dicendo che spesso ha usato altri dispositivi per accedere alla piattaforma di lavoro. Ma la vicenda è tutt’altro che chiusa.
E con la sua, fa il giro del web anche la storia della canadese Stacy Quartz. La donna di circa 40 anni ha raccontato di essere stata licenziata per i suoi contenuti osé presenti su Internet. Stacy, infatti, è una creator attiva su Onlyfans. E per questo avrebbe perso il suo lavoro in uno studio contabile. Il fatto è stato reso pubblico sul social Reddit dove la protagonista dell’accaduto ha raccontato che, in realtà, il suo capo sarebbe stato letteralmente “ossessionato” dal suo account Onlyfans. Tuttavia, una volta convocata nel suo ufficio, sarebbe stato categorico: “Domani in riunione annuncerai che te ne andrai per concentrarti sulla tua ‘carriera’ su OnlyFans. Riporta tutto ciò che hai preso dall’ufficio e concentrati su qualunque cosa tu voglia fare. Fai in modo che domani sia l’ultimo giorno in cui ti sento”, sarebbero state le sue parole.
Nello specifico, quella di Stacy Quartz è solo l’ultima storia che rivela quanto sia difficile farsi accettare nel mondo del lavoro quando si creano contenuti hard. Anche in settori come quello dello spettacolo. In Italia, ad esempio, ha fatto discutere la vicenda che ha visto protagonista Ainett Stephens, non gradita ai vertici Rai per il suo account su OnlyFans. Questo le avrebbe pregiudicato il posto come “Gatta Nera” nel prossimo Mercante in Fiera di Pino Insegno. Ma la raccomandazione va un po’ a tutti: anche a Ferragosto, guai a distrarsi troppo.