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Caporalato digitale, la direttiva Ue sui rider che fa felice il Partito Democratico

La segretaria Elly Schlein: "Finalmente si stabilisce una presunzione che si tratti di lavoro subordinato. Serve piena trasparenza sugli algoritmi, accessibile anche ai lavoratori"
Il Consiglio dell’Unione Europea ha dato il suo ok definitivo alla direttiva per i lavoratori delle piattaforme digitali, in primis i rider. La notizia, ieri, 14 ottobre, è stata commentata con molta soddisfazione dal Partito Democratico.
Secondo la segretaria Elly Schlein, “è un’ottima notizia ed è un duro colpo al caporalato digitale. L’ok arriva  al termine di un faticoso percorso nel quale la delegazione di eurodeputati Pd con Elisabetta Gualmini si è battuta molto al fianco di Nico Schmit per riconoscere i diritti di questi lavoratori. Finalmente si stabilisce una presunzione che si tratti di lavoro subordinato. Serve piena trasparenza sugli algoritmi, accessibile anche ai lavoratori”.
La conseguenza più evidente che si fa notare è che “quindi, è doppiamente riprovevole il fatto che, tra le prime norme ridimensionate e rese sostanzialmente inapplicabili dalla destra e dal Governo Meloni, ci fosse proprio quella che era stata introdotta dal ministro Andrea Orlando, in attesa della normativa europea, per garantire il diritto all’accesso dell’algoritmo da parte dei lavoratori e dei loro rappresentanti”.
“Con questa direttiva – conclude Schlein – anche il governo Meloni sarà finalmente costretto a tornare sui propri passi. Ci aspettiamo quindi che al più presto vengano convocate le parti sociali per recepirla e fare dell’Italia la capofila dei Paesi che la adottano per evitare il proliferare di altre forme di caporalato digitale”.
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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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