
Di certo non ci manca la voglia di lavorare, ma le opportunità. In Italia, infatti, uno studio di Adaptland ha evidenziato che più della metà dei lavoratori part-time è costretta a lavorare meno ore di quanto desidererebbe.
Il part-time involontario, una condizione in cui il lavoratore accetta un contratto part-time non per scelta, ma perché non riesce a trovare un lavoro a tempo pieno è un fenomeno che colpisce soprattutto le donne: quest’ultime rappresentano due terzi dei lavoratori in questa situazione.
Con un’incidenza del 54,8%, l’Italia si colloca al secondo posto in Europa per part-time involontario, subito dopo la Romania. La media europea è molto più bassa, pari al 19,4%, con Paesi come i Paesi Bassi (2,1%) e la Germania (5,5%) che registrano percentuali decisamente inferiori. In pratica, più della metà dei lavoratori italiani con un contratto part-time preferirebbe lavorare a tempo pieno, ma non riesce a trovare opportunità.
Le donne, come già accennato, sono le più colpite: il 15,6% delle donne occupate è in part-time involontario, un dato tre volte superiore a quello degli uomini (5,1%). Questo significa che quasi una donna su due che lavora part-time lo fa perché non ha alternative.
Nonostante il numero di lavoratori in part-time involontario sia diminuito negli ultimi dieci anni, passando da 2,6 milioni nel 2014 a 2,2 milioni nel 2023 (-14,5%), la percentuale rispetto al totale dei contratti part-time rimane molto alta. Il che riflette un problema strutturale del mercato del lavoro italiano, in cui molte aziende offrono contratti ridotti per contenere i costi, senza però riuscire a soddisfare la domanda di lavoro a tempo pieno.
Ma cosa bisognerebbe fare per ridurre il part-time involontario? Di sicuro, sarebbero necessarie politiche che incentivino le aziende a offrire contratti a tempo pieno e sostegni concreti per le lavoratrici. Migliorare i servizi di welfare, come asili nido accessibili e flessibilità lavorativa, è essenziale per consentire a più donne di accedere a lavori più stabili e soddisfacenti.