Ieri mattina, Cgil e Uil sono state ricevute in audizione dalla Commissione di garanzia sugli scioperi in quanto sta destando più di qualche perplessità la mobilitazione generale che hanno indetto per venerdì 17 novembre nelle regioni del Centro Italia contro la manovra economica del governo Meloni (le altre regioni dovrebbero fermarsi il 20, 24 e 27 novembre e il primo dicembre).
Ma perché questo braccio di ferro che assume anche una forte caratterizzazione politica (tanto che Il Manifesto di stamattina apre con un titolo dei suoi: “Block Friday”)? “Non si intende in alcun modo mettere in discussione l’esercizio del diritto di sciopero – ha spiegato in una nota la Commissione – ma continuare ad assicurare l’osservanza delle regole che ne garantiscono il contemperamento con i diritti costituzionali delle persone”.
In pratica, secondo i commissari, lo sciopero indetto da Cgil e Uil “non può configurarsi come generale perché esclude circa 16 settori ed è spalmato su 5 giorni: trattandosi di uno sciopero plurisettoriale, deve rispettare le normative dei settori”. Deve durare, quindi, 4 ore e non 8 come invece annunciato dalle due sigle sindacali. Si aggiunge poi un problema di “rarefazione” per la troppa vicinanza con altre astensioni dal lavoro. Risultato: la protesta va revocata in alcuni settori – aereo e igiene urbana – e ridotta e rimodulata per altri: trasporto pubblico locale, treni e vigili del fuoco.
Detto che già nella serata di ieri, per quel che riguarda il settore aereo, la richiesta di revoca è stata accolta da Cgil e Uil, il problema rimane: il ministro dei Trasporti Matteo Salini ha annunciato di essere pronto a intervenire facendo ricorso anche alla precettazione: “Se Cgil e Uil non rispetteranno le regole, sarò io a imporre limitazioni orarie”.
Il centrosinistra, dal suo canto, lo accusa di “umiliare i lavoratori e calpestare i diritti costituzionali”. Ma bisogna ricordare che la Commissione di garanzia sugli scioperi è l’ente istituito nel 1990 per garantire proprio l’esercizio del diritto di sciopero con il godimento dei diritti costituzionali della persona. Dal luglio scorso, a presiederlo è Paola Bellocchi, ordinaria di Diritto del lavoro all’Università di Teramo. Il suo incarico scadrà nel luglio 2029. I cinque membri della Commissione sono nominati dal Presidente della Repubblica su designazione dei presidenti di Camera e Senato. L’organismo vigila sulla piena attuazione della legge 146 del 1990 sulla regolamentazione dello sciopero nei servizi pubblici essenziali. E, in questo braccio di ferro, reclama più che mai la sua indipendenza.