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Le strategie di sviluppo per gestire al meglio le risorse umane

Nel corso della sesta edizione di HR Trends, si è previsto che, nei prossimi 3 anni, il 55% dei dipendenti lavorerà in modalità ibrida/remota e il 35% del lavoro sarà automatizzato

Il mondo delle risorse umane, della formazione e della consulenza di fronte alla sfida dell’Intelligenza artificiale, del lavoro da remoto e dei talenti da trovare. È stato questo il filo rosso della sesita edizione di HR Trends, progetto che nasce con l’obiettivo di creare e condividere le strategie di sviluppo degli esperti di risorse umane delle aziende.

Nell’appuntamento tenutosi a Roma, è stata presentata da Edoardo Cesarini, amministratore delegato di WTW, l’ultimo report dell’osservatorio WTW 2024. In un contesto di crescente polarizzazione economica e lavorativa – sottolinea l’indagine svolta tra 4.500 aziende a livello mondiale – si prevede che il 55% dei dipendenti lavorerà in modalità ibrida/remota nei prossimi tre anni e il 35% del lavoro sarà automatizzato nelle aziende che implementano automazione. L’intelligenza artificiale, poi, ha già dispiegato il suo effetto su quasi il 70% di settori come servizi finanziari, informatica e assicurazioni. Siamo attorno al 60% nei media-pubblicità e nel settore della ricerca e sviluppo. Ma anche la medicina e l’educazione sono attorno al 40%.

Tra il 2023 e il 2024 – sottolinea la ricerca – la retribuzione fissa è aumentata oltre il 4% in tutte le categorie contrattuali (+4,7% rispetto al +5,4% dei 12 mesi precedenti). Le retribuzioni globali sono cresciute maggiormente per quadri e impiegati (+5,1% rispetto al +5,9% dell’anno precedente).

“Lo sviluppo del capitale umano è fondamentale per rendere attrattivo il nostro territorio”, ha spiegato Giuseppe Biazzo, presidente di Unindustria. “Per questo nel Piano industriale per il Lazio che abbiamo presentato alla Regione un ruolo importante lo svolge proprio l’obiettivo di creare 13.000 nuovi posti in quattro anni nei settori ad alta e medio-alta tecnologia”.

“Siamo convinti della necessità di una seria governance dell’intelligenza artificiale, che si ispiri ai principi della dignità umana e del lavoro come suggerisce lo stesso IA Act. Solo cosi, la persona continuerà ad “esistere” e non semplicemente a “funzionare” nei contesti produttivi”, ha spiegato Ciro Cafiero, presidente sezione Consulenza, attività professionali e formazione di Unindustria. Roberto Santori, ceo & founder Challenge Network, ha concluso: “Ci troviamo in una fase fragile e delicata, con forti spinte al cambiamento del modo di lavorare. In questo scenario le imprese si trovano in difficoltà nel reperire i talenti”.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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