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Sicurezza sul lavoro, le parole di Mattarella per fermare le morti bianche

Nel giorno dell'ennesima strage di operai alla Sabino Esplodenti di Casalbordino, in provincia di Chieti, le ultime statistiche indicano che nel 2023 sono 80 al mese i lavoratori che perdono la vita

Oggi i numeri delle morti sono stati aggiornati dall’ennesima tragedia: tre operai hanno perso la vita in seguito a una esplosione alla Sabino Esplodenti di Casalbordino, in provincia di Chieti. La strage non si arresta. Ma appena ieri, in occasione dell’avvio del corso di formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è tornato sul tema della sicurezza con un messaggio inviato alla ministra del Lavoro Elvira Calderone molto duro: “Le morti sul lavoro – ha dichiarato il Capo dello Stato – feriscono il nostro animo. Feriscono le persone nel valore massimo dell’esistenza, il diritto alla vita. Feriscono le loro famiglie. Feriscono la società nella sua interezza. Lavorare non è morire”. Eppure, ha avuto modo di sottolineare Mattarella, “il nostro Paese colloca il diritto al lavoro e il diritto alla salute tra i principi fondanti della Repubblica. Non è tollerabile perdere una lavoratrice o un lavoratore a causa della disapplicazione delle norme che ne dovrebbero garantire la sicurezza sul lavoro. I morti di queste settimane ci dicono che quello che stiamo facendo non è abbastanza. La cultura della sicurezza deve permeare le istituzioni, le parti sociali, i luoghi di lavoro. A voi, ispettori tecnici, spetta un ruolo attivo in questo processo di garanzia e di prevenzione. Per questo, faccio appello alle vostre intelligenze e al vostro impegno per contrastare una deriva che causa troppe vittime. Anche da voi e dalla vostra attività dipende la vita di madri, padri, figli, lavoratrici e lavoratori che, finito il proprio turno, hanno il diritto di poter tornare alle loro famiglie”.

Ma quali sono le ultime statistiche sul fronte sicurezza? Le ha fornite l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering. Ebbene: nei primi sette mesi del 2023, sono state 559 le vittime sul lavoro in Italia (circa 80 al mese), delle quali 430 in occasione di lavoro (+4,4% rispetto a luglio 2022) e 129 in itinere (-17,8% rispetto a luglio 2022). Ancora una volta è alla Lombardia che va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (74).

Sempre nei primi sette mesi del 2023, è il settore Trasporti e Magazzinaggio a registrare il maggior numero di decessi (61). La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (154 su un totale di 430). Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio a luglio 2023 sono 25, mentre 14 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 79, mentre sono 24 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere. Da notare che questi ultimi registrano 33,3 morti ogni milione di occupati contro i 16,9 italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati.

Più in generale, in ogni caso, le denunce di infortunio sono in diminuzione del 21,9% rispetto a fine luglio 2022. Erano, infatti, 441.451 a fine luglio 2022. Nel 2023 sono scese a 344.897.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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