
Si tratta complessivamente di una vera e propria emorragia: ponendo in relazione i saldi cumulati alla popolazione residente, la nuova emigrazione erode il 4,4%, il 4,8%, il 4,1% dei giovani rispettivamente del Nord-Ovest, del Nord-Est e del Sud. Valori che andrebbero triplicati, complice la denatalità e il fatto che molti ragazzi mantengono la residenza in Italia. Nel 2023 la Lombardia ha il saldo peggiore, -5.760 giovani (-63.639 nei tredici anni, 2011-2023), seguita dal Veneto, -3.759 (-34.896 nei tredici anni considerati). L’emigrazione sta aggravando il calo dei giovani italiani scesi da 13,5 milioni nel 2000 a 9,1 milioni nel 2024.
Ma non solo. La Fondazione Nord Est, rielaborando dati sull’investimento pubblico in istruzione e quello delle famiglie per ogni figlio fino al termine degli studi, ha calcolato anche il valore economico del capitale umano uscito con i giovani 18-34enni emigrati. Nei tredici anni è risultato pari a quasi 134 miliardi di euro (133,9 per l’esattezza), con la Lombardia in testa (22,8 miliardi) seguita da Sicilia (14,5) e Veneto (12,5). Nel biennio 2021-2022 il valore annuo del capitale umano uscito con i giovani è stato di 8,4 miliardi a prezzi del 2023. Si tratta di un investimento di cui (ahinoi!) beneficiano i Paesi di destinazione, che sanno mettere a frutto energia, valori, saperi, voglia di imparare e crescere dei nostri ragazzi.