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Perché Landini ora chiama lo sciopero generale

Dopo le manifestazioni dell'automotive e del pubblico impiego

Dopo la manifestazione dell’automotive e quello del pubblico impiego della scorsa settimana, Maurizio Landini, leader della Cgil, chiama lo sciopero nazionale. Perché? Alla domanda: la mobilitazione porterà ad uno sciopero generale? La risposta è stata: “Io penso assolutamente di sì, noi come Cgil questo mandato lo abbiamo già ricevuto dall’assemblea generale e lo sto proponendo anche alle altre organizzazioni sindacali”.

Ma con quale motivazione Landini vuole scendere di nuovo in piazza? “Le mosse che il governo sta facendo, non solo nella legge di Bilancio, ma anche fuori, sono inaccettabili. Penso al collegato lavoro, che ha aumentato ulteriormente la precarietà. Penso al decreto sicurezza, dove addirittura viene messo in discussione il diritto di manifestare. Penso alle politiche economiche e sociali sbagliate di questo governo”.

Per il capitolo automotive, “le prospettive – dai livelli di produzione all’occupazione – non sono chiare, non c’è un piano industriale che definisca un futuro. E noi non vogliamo stare a guardare. Serve un rilancio delle politiche industriali. Il governo convochi le parti sociali, Stellantis e le aziende della componentistica a palazzo Chigi perché c’è bisogno di un piano strategico complessivo in Italia, e in Europa”, ha detto il segretario generale della Cgil.

“In Italia stiamo producendo 300mila auto quando avremmo la capacità produttiva per 1,5 milioni di auto, c’è il rischio concreto di cancellare posti di lavoro e di indebolire il settore industriale. Non lo possiamo permettere. Serve un piano straordinario di investimenti”.

Ma, intanto, la Cgil è tornata in piazza a Roma, insieme alla Uil e alle sigle di categoria della funzione pubblica, anche per chiedere il rinnovo dei contratti e maggiori risorse a partire dalla sanità. La Uil aspetta di vedere il testo della manovra per entrare nel merito delle questioni, ma Bombardieri già avverte: “non staremo fermi”. La Cisl, all’opposto, pur in attesa del testo definitivo, ha definito le prime anticipazioni sulla manovra “primi passi avanti innegabili”.

 

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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