In Italia, si parla tanto di burocrazia, un vero mostro capace di bloccare sul nascere anche occasioni di sviluppo e di lavoro e di piccoli centri, spesso abbandonati nonostante lo smart working che durante la pandemia ha contribuito un po’ a riscoprirli.
Sta di fatto che, anche su questi fronti, finalmente, si registrano delle buone notizie: tra pochi giorni, dall’inizio di dicembre, si potranno fare i passaporti negli uffici postali. Ma non solo: a febbraio, gli sportelli potranno anche erogare servizi fiscali e diversi locali saranno adibiti a spazi di co-working.
Sono queste, infatti, le prossime tappe di sviluppo del Progetto Polis per i Comuni con meno di 15mila abitanti anticipati dal condirettore generale di Poste Italiane, Giuseppe Lasco. “Al momento – ha detto – stiamo già erogando servizi dell’Inps, certificati anagrafici e giudiziari. A partire da dicembre, anche l’ufficio postale potrà erogare il passaporto, mentre da febbraio rilasceremo le carte di identità elettroniche e i servizi dell’Agenzia delle Entrate”.
Il “Progetto Polis – casa dei servizi di cittadinanza digitale” si pone tra gli obiettivi il contrasto all’abbandono dei piccoli centri, anche in un’ottica di supporto alla transizione digitale del Paese prevista dal Pnrr.
In Italia, i piccoli centri, negli ultimi cinquant’anni, hanno perso più della metà dei residenti e si trovano a rischio di spopolamento. Il progetto di Poste, quindi, punta a rafforzare e connettere il territorio nelle zone più marginali.
Per la precisione, sono 6.933 i Comuni con meno di 15mila abitanti interessati. Lì, come accennato, si metteranno a disposizione anche 250 locali convertendoli a spazi di co-working interconnessi tra loro per costituire un’unica rete digitalizzata e smart.
Il progetto è finanziato con risorse del piano complementare al Pnrr per 800 milioni di euro e per circa 400 milioni a carico di Poste Italiane. Il periodo di investimento va dal 2022 al 2026. Ma è chiaro che ha un orizzonte molto più vasto.