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Amianto, ecco quanti lavoratori ne rimangono ancora vittime

I dati dell'Osservatorio: "Settemila vittime solo nell'ultimo anno, bisogna fare di più"

L’amianto, in Italia, è stato messo al bando con una legge del 1992. Ma, trentun anni dopo, Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, sostiene che “dobbiamo continuare a combattere perché, solo negli ultimi dodici mesi, almeno 7 mila persone sono morte a causa della sua fibra killer, circa 600 nella sola Campania. E questi sono numeri che non rappresentano nemmeno la vera entità del fenomeno: più in generale, i casi sono sicuramente  molti di più. Basti pensare che quelli registrati dall’Inail fino al 2018 sono 1.318”.

Il presidente dell’Osservatorio ha illustrato queste statistiche intervenendo all’incontro “Amianto e sicurezza sul lavoro” che si è svolto sabato a Castellammare di Stabia, sede di uno storico cantiere navale, oggi facente parte della galassia Fincantieri, particolarmente colpito dalla problematica.

L’iniziativa è stata promossa proprio con l’obiettivo di informare tutti i lavoratori sui rischi dell’esposizione all’amianto. “Castellammare, dove c’era anche l’Avis, è solo una delle città più colpite dal problema. Restando in quest’area, a Napoli, la zona di Bagnoli ha patito molto per l’industria siderurgica del cemento-amianto, ad esempio. A Pozzuoli, poi, c’è il caso della Sofer. A Caserta, quello della Firema. A Santa Maria la Bruna, quello di Grandi officine delle ex Ferrovie dello Stato per la produzione e manutenzione di rotabili ferroviari: sono tutte realtà contaminate dalla fibra cancerogena”.

Bonanni ha sottolineato che i lavoratori dell’amianto hanno in media sette anni di vita in meno rispetto agli altri. E, nonostante debbano affrontare indicibili sofferenze, spesso, non riescono neanche a veder riconosciuti i propri diritti. “Ad oggi – ha fatto presente – servono lunghissimi procedimenti giudiziari per ottenere i benefici previdenziali e i risarcimenti danni. Tuttavia, questa problematica non si risolve certo col diritto penale, ma con le bonifiche e le messe in sicurezza. Per questo serve l’attenzione della politica”.

Mario Fusco, responsabile del Registro Tumori dell’Asl Napoli 3 Sud, ha aggiunto: “Su questo fronte, l’introduzione del Registro Tumori di Popolazione è importantissima. In Campania, copre l’intero territorio regionale e si rivela uno strumento di fondamentale importanza per il monitoraggio anche dei tumori professionali. Questi ultimi, e particolarmente proprio i mesoteliomi, sono monitorati con particolare attenzione considerato che sono maggiormente concentrati in aree produttive riconosciute a maggior rischio”.

A recepire le istanze dell’Osservatorio (che cura anche un sito ufficiale: osservatorioamianto.it) c’era Sandro Ruotolo, componente della segreteria nazionale del Pd, e Giuseppe Vacchiano, professore di medicina legale dell’Università del Sannio. Per tutelare la salute dei lavoratori occorre sempre più fare squadra.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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