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L'indagine di Istat e Immobiliare.it rivela una situazione sempre più preoccupante soprattutto nei grandi centri e per i monoredditi
Istat e Immobiliare.it hanno calcolato quanta parte dello stipendio medio degli italiani se ne va per coprire l’affitto di casa. E’ un tema sempre più spinoso perché, soprattutto nelle grandi città, il mercato immobiliare, dopo la pandemia, è stato caratterizzato da un vero e proprio boom sul fronte delle spese, anche a fronte dell’aumento esponenziale di appartamenti che vengono riservati agli affitti brevi a vantaggio di turisti e visitatori dei maggiori centri d’arte.
Sta di fatto che è Milano la città risultata più cara di tutte con una percentuale media del ben 49% del reddito netto speso per l’affitto. E pensare che la quota limite nella quale, in generale, si pensa di poter assorbire la spesa dell’appartamento è, in tutt’Italia, del 35%.
Molto oltre questa soglia si piazzano anche Firenze, con il 44% del reddito speso per l’affitto, Napoli e Bologna (entrambe al 42%). La capitale Roma, un po’ a sorpresa, si ferma, per così dire al 36%.
Molto meglio altre grandi realtà italiane quali Torino (dove basta il 26% del reddito netto per pagarsi la casa), Palermo (il 24%) e Genova (il 21%).
In generale, la ricerca condotta da Istat per Immobiliare.it rileva anche che dal 2017 ad oggi gli affitti nelle grandi città sono aumentati di circa il 30%. Si arriva a questo dato anche senza tenere conto del 2020 e del 2021, gli anni durante i quali il mercato si è calmierato per gli effetti della pandemia. Quando la situazione sanitaria è tornata alla normalità, in alcune città come nel caso di Bologna, la crescita della spesa è stata irrefrenabile. Basti pensare che, nel capoluogo emiliano, rispetto a 6 anni fa, un appartamento costa in media ben il 45% in più.
Se si tiene conto che gli stipendi medi italiani non crescono da anni, si capisce bene l’impatto che questo fenomeno sta avendo sulle famiglie, soprattutto monoreddito.