
La leadership del manager è fondamentale nella costruzione di un ambiente di lavoro positivo. A sottolinearlo è uno studio di Randstad secondo il quale il 64% dei lavoratori italiani ha un buon rapporto con il proprio responsabile, e il 68% si sente più legato al manager che all’azienda stessa. Il 45% addirittura lascerebbe il lavoro in caso di frequenti disaccordi con il proprio responsabile.
La fiducia reciproca è alta: il 77% degli intervistati ritiene che i manager si fidino della loro capacità di lavorare in modo indipendente, anche da remoto (il 72% dei responsabili ritiene che i team siano produttivi anche senza presenza fisica in ufficio).
Anche la fiducia nell’azienda è generalmente elevata: l’84% dei dipendenti percepisce un clima di fiducia, il 77% si sente a suo agio nel condividere opinioni personali, e il 76% si fida dei colleghi.
Tuttavia, la flessibilità resta un punto critico: solo il 55% può scegliere quanti ore lavorare, il 53% dove lavorare, e appena il 49% riceve un supporto adeguato per congedi parentali o per gravi motivi familiari.
L’altra faccia della medaglia è costituito dalle principali ragioni per lasciare un’azienda: lo stipendio basso (41%), la scarsa compatibilità tra lavoro e vita personale (40%), e un ambiente di lavoro tossico (40%). Seguono la mancanza di seguito alle richieste di miglioramento (29%), la flessibilità insufficiente (27%), e la mancanza di fiducia nel management (24%).
L’Italia, infine, si posiziona al quinto posto su 35 paesi per la socializzazione tra colleghi (90%), con il 72% che frequenta i colleghi anche al di fuori del lavoro, soprattutto la Gen-Z. L’età, il sesso e la provenienza non sembrano essere un ostacolo: l’81% dei lavoratori trova facile andare d’accordo con colleghi di diversa estrazione. L’importanza della comunità per le performance lavorative è maggiore in Italia rispetto alla media globale (4 punti in più) e a quella europea (5 punti in più). L’aumento di produttività è percepito maggiormente dagli uomini e dalle generazioni Boomers e X.
“Tra i profondi cambiamenti in atto nel mondo del lavoro, emerge con forza la richiesta di senso di collettività tra i dipendenti italiani – ha avuto modo di affermare Valentina Sangiorgi, Chief HR Officer di Randstad – I benefici della socialità, della fiducia e del senso di appartenenza sul posto di lavoro sono in grado di migliorare performance e benessere, possono essere la vera marcia in più per le persone e per le organizzazioni. Dopo l’esperienza dello smart working di massa che in certi casi ha comportato anche isolamento e senso di straniamento, gli italiani oggi sono tra i più convinti che la relazione si costruisca dal vivo”.