
Perché il Festival di Sanremo, quest’anno, è vissuto con il fiato sospeso per l’arrivo della protesta dei trattori? Lo stesso Amadeus ha detto che hanno ragione e lui stesso ha invitato gli agricoltori ad avere la loro fetta di visibilità all’Ariston. Ma un blitz, tanto più dopo le recenti dichiarazioni della von der Leyen che rinuncia alla stretta sui pesticidi e promette nuovi incentivi, sarebbe proprio giusto?
L’agricoltura è già ora, e di gran lunga, il settore più finanziato dall’Unione Europea: destina a questo reparto circa un terzo del proprio bilancio. Questo, nonostante rappresenti meno del 2% del Pil europeo e impieghi solo circa il 5% dei lavoratori.
Allora, perché gli agricoltori protestano così veementemente? In realtà, per diverse ragioni. Ma soprattutto per chiedere alla stessa Unione Europea dei cambiamenti nei parametri di accesso ai fondi della PAC, la politica agricola comune europea.
Molti agricoltori criticano le nuove norme introdotte nel 2023 che vincolano l’erogazione dei fondi europei al rispetto di una serie di parametri ambientali tra cui l’obbligo di dedicare almeno il 4% della terra coltivabile ad elementi non produttivi per favorire la biodiversità; l’obbligo di effettuare rotazioni delle colture e l’obbligo di ridurre l’uso di fertilizzanti almeno del 20%.
Sostengono che queste misure renderanno l’agricoltura europea meno competitiva di quella di Paesi con meno vincoli ambientali.
Sta di fatto che la scelta di vincolare l’erogazione dei fondi al rispetto di alcuni vincoli ambientali nasceva dalla volontà di ridurre l’impatto ambientale del settore, che è il quinto per emissioni di gas serra in Ue, nonché uno di quelli che dal 1990 ad oggi ha fatto meno per ridurre il proprio impatto climatico.
Al tempo stesso, e anche un pò paradossalmente, è proprio il settore agroalimentare quello che più di altri risente e risentirà della crisi climatica. L’aumento degli eventi meteorologici estremi – come siccità, ondate di calore e inondazioni – mette infatti già oggi a rischio gran parte delle colture e della produttività dei terreni agricoli.
In ogni caso, gli agricoltori stanno bloccando le autostrade e minacciano di arrivare fino a Roma (e a Sanremo) perchè stanno soffrendo anche gli effetti dell’inflazione: nonostante siano aumentati anche i prezzi dei beni agricoli, ciò non ha rappresentato un vantaggio per i produttori. Secondo un’analisi di Coldiretti sulla base alle quotazioni dell’indice FAO, gli agricoltori italiani vengono pagati il 10,4% in meno rispetto allo scorso anno.
Se a Sanremo si vive col fiato sospeso, quindi, è perché c’è una gigantesca questione lavorativa che sta presentando tutti i suoi nodi.