
Di quanto aumenterà la busta paga dei lavoratori dipendenti dopo l’ultimo taglio al cuneo fiscale varato dal Governo Meloni? Quali le altre novità varate nel cosiddetto Decreto Lavoro? Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha dichiarato di ritenere verosimile che il taglio possa far scattare un aumento dei salari di 80-100 euro da giugno fino a dicembre. Ma, in realtà, la Ragioneria dello Stato ha fatto trapelare stime che, per le diverse fasce di reddito, oscillano tra le 50 e i 130 euro in più al mese. Anche oltre, quindi, quanto prospettato dall’esecutivo. A beneficiarne di più, in proporzione, sarebbero i redditi più bassi ma, in valori assoluti, i redditi medi. Una retribuzione di 10mila euro lordi (780 netti) avrebbe da maggio un aumento di 45 euro. Per le retribuzioni lorde di 15mila euro, l’aumento sarebbe, invece, di 67 euro; per quelle di 20mila di 77 euro e per quelle di 25mila di 96 euro. Per chi ha una retribuzione di 27.500 euro, si salirebbe a 90,5 euro; per chi prende 32.500 euro, invece, si tocca quota 91,5 e per chi incassa 35mila euro 98,5. Sta di fatto che bisogna tener conto del fatto che questi interventi arrivano ad alleviare una situazione che, secondo l’Ocse, ha visto un calo medio delle retribuzioni italiane rispetto al 2008 del 12%. Ma non è tutto: sul fronte dell’impiego, il Decreto Lavoro del Governo Meloni interviene anche sulle modalità di assunzione. La novità è che si consentirà con più facilità alle aziende di far firmare contratti a tempo determinato. Finora, questo campo è stato regolato dal Decreto Dignità del governo giallo-verde del 2018 e prevedeva che la durata massima di un contratto a termine fosse di 12 mesi, estendibili a 24 solo per esigenze temporanee e oggettive estranee all’ordinaria attività, per sostituzione di altri lavoratori o per incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell’attività ordinaria. Con il nuovo decreto, invece, si cancellano le vecchie causali e si rinvia sostanzialmente alle singole intese tra aziende e sindacati. I contratti, in ogni caso, non potranno essere estesi oltre i 24 mesi nei casi previsti dai contratti collettivi di lavoro, per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva individuate dalle parti, in caso di mancato esercizio da parte della contrattazione collettiva e per sostituire altri lavoratori. Il decreto del primo maggio dispone, inoltre, i vaucher per pagare i lavoratori fino a 15mila euro l’anno nei settori dei congressi, delle fiere, degli eventi, degli stabilimenti termali e dei parchi di divertimento. Un provvedimento, quest’ultimo, assai criticato dai sindacati e che promette di essere al centro della battaglia parlamentare quando ci sarà da convertire in legge il decreto che lo contiene.