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Fisco amico per le Partite Iva: oggi è il giorno del concordato preventivo

Approda in Consiglio dei Ministri la misura che mira a semplificare il rapporto con l'Agenzia delle Entrate (e a garantire 760 milioni di gettito in più)

Fisco amico, questa è la missione che vuole portare in porto il governo Meloni già prima della prossima legge di Bilancio. Già oggi, infatti, approda in Consiglio dei ministri il decreto legislativo messo a punto dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo sul concordato preventivo.

Nelle intenzioni dell’esecutivo, non si tratta solo di un patto che avvicina l’Agenzia delle Entrate ai lavoratori autonomi, ma soprattutto un segnale di fiducia verso i cittadini, con una riscossione basata sull’intesa tra Stato e contribuenti. Allo stesso modo, poi, si incentiva l’istituto di definizione con adesione ai verbali di constatazione dimezzando le sanzioni.

Ma di cosa si tratta in particolare? Il concordato preventivo biennale si baserà su una proposta di adesione formulata dalle Entrate entro aprile 2024 (ma, a regime, la scadenza sarà fissata al 15 marzo). I contribuenti – sia Partite Iva esercenti un’impresa o una professione sia i forfettari – potranno aderire entro luglio 2024 e, negli anni successivi, entro giugno.

La precondizione per l’accesso è aver riportato un indice sintetico di affidabilità (il rating di affidabilità fiscale rilasciato dalle Entrate) non inferiore a otto e non avere debiti tributari superiori a 5 mila euro (fatte salve rottamazioni e rateazioni). Saranno esclusi pure coloro che non hanno presentato una dichiarazione in uno degli anni dal 2021 al 2023 o che hanno riportato condanne per false fatturazioni dal 2019 in poi. La proposta dell’Agenzia delle Entrate verrà formulata sulla base dei dati inviati telematicamente dai contribuenti e dell’incrocio dei data base del Sistema informatico dell’ente guidato da Ernesto Maria Ruffini.

Se accetta, il contribuente sarà tenuto a versare e dichiarare Irpef (o Ires) e Irap sulla base di quanto concordato nei due anni di imposta, mentre sull’Iva non si produce nessuna variazione. L‘accordo decade se si accertano redditi o passività indeducibili in misura superiore al 30% di quanto concordato oppure a seguito di modifica degli importi tramite dichiarazione. Idem in caso di commissione di reato contabili. Il concordato cessa in caso di fine dell’attività o di modifica dell’attività svolta salvo conservazione dell’indice sintetico di affidabilità.

La grande novità, in ogni caso, è che chi aderisce al concordato non è oggetto di attività di accertamento (salvo i casi di decadenza) per il suo periodo di vigenza. Il personale di Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza che sarebbe stato impegnato in queste attività verrà dirottato su coloro che non hanno scelto questa opzione restando nell’ombra.

Per contrastare l’evasione, sarà utilizzata anche l’Intelligenza artificiale in grado di analizzare preventivamente i comportamenti a rischio. Le notifiche fiscali, poi, comprese le cartelle, potranno essere spedite al contribuente anche sul domicilio digitale prevedendo, se la Pec fosse piena, anche un secondo invio.

Le stime di maggior gettito ammontano a oltre 760 milioni.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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