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Manovra finanziaria, il governo punta a modificare il congedo parentale

Per combattere la denatalità, l'esecutivo vuole aumentare al 60% la retribuzione di uno dei mesi finora retribuiti al 30%. Basterà? La risposta al Parlamento

L’Italia deve fare i conti con un tasso di denatalità sempre più preoccupante (ne abbiamo parlato anche qui). Per questo, la nuova Legge di Bilancio per il 2024 presenta una serie di misure con lo scopo di promuovere nel nostro Paese la nascita di nuovi bambini. Una di queste misure è l’aumento della retribuzione di un mese di congedo parentale.

Ma, nello specifico, di cosa si tratta? Il congedo parentale è un periodo di astensione facoltativa dal lavoro che spetta a entrambi i genitori e ha l’obiettivo di consentire di dedicare il tempo necessario alla cura dei propri figli fino ai 12 anni di età.

Ogni coppia ha a disposizione complessivamente dieci mesi di congedo che vengono ripartiti tra i due genitori. Di questi dieci mesi, 3 sono fruibili solo dalla madre, 3 solo dal padre e 4 da entrambi i genitori separatamente, per un massimo di 6 mesi a testa. Oggi, sotto l’aspetto economico, funziona così: 9 mesi retribuiti al 30% nei primi 12 anni di vita del bambino e 1 mese retribuito all’80% entro i 6 anni.

Con la proposta del governo, cosa cambierebbe? Dal 2024, aumenterebbe al 60% la retribuzione di uno dei mesi retribuiti al 30%. E per il 2024 sarà retribuito all’80%.

Fatto sta che il congedo parentale non va confuso con i congedi di maternità e paternità che, al contrario del primo, sono obbligatori e godono di una retribuzione compresa tra l’80% e il 100% del salario.

Il congedo parentale, comunque, è una misura non meno importante perché contribuisce in modo significativo alla condivisione delle responsabilità familiari tra i genitori. Inoltre, favorisce la parità di genere consentendo a entrambi i genitori di partecipare attivamente alla crescita dei figli. L’aumento del congedo parentale, quindi, agevola la conciliazione tra le esigenze familiari e lavorative, contribuendo a garantire un importante sostegno economico.

La proposta del governo di modificarlo ora dovrà essere discussa dal Parlamento ed approvata eventualmente entro il 31 dicembre 2023 insieme alla legge di Bilancio per il 2024. Se basterà a invertire la rotta sul piano demografico è tutto da vedere.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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