
Secondo Eurostat, nel 2021, l’Italia è risultata essere il Paese Ue con l’età mediana più alta: 47,6 anni contro i 44 dell’Europa. L’invecchiamento della popolazione aumenta anno dopo anno e, stando all’Ageing Report 2021 della Commissione Europea, la spesa pubblica in pensioni è stimata in crescita di quasi 2 punti percentuali: dal 15,4% del Pil nel 2019 salirà al 17,3% nel 2045. Ma non è tutto: nel giro di 20 anni, si prevede un aumento delle famiglie di circa un milione di unità: da 25,3 milioni nel 2021 a 26,3 milioni nel 2041 (per una crescita percentuale del 3,8%). Ma si tratterà di famiglie sempre più piccole, il cui numero medio di componenti scenderà da 2,24 persone nel 2021 a 2,12 nel 2041. Tenendo sempre come riferimento i prossimi 20 anni, poi, è stato calcolato che, nel 2042, il Pil pro capite dovrebbe scendere di circa 5mila euro.
Tutti questi, sono dati di un Paese, come il nostro, in pieno inverno demografico. Un grave rischio economico perché i giovani hanno sempre più difficoltà a diventare genitori: nella fascia d’età 30-34 anni, per ogni 3 giovani autonomi ce ne sono 2 che non lo sono e vivono ancora in famiglia. Inoltre, si registrano sempre meno coppie e, di conseguenza, sempre meno matrimoni: dai 420mila degli anni Settanta, si è passati ai 200mila prima del Covid, per scendere ora addirittura sotto quota 100mila.
Sulla base delle simulazioni dell’Istat, quindi, si può affermare che, rispetto al 2022, il Pil, nel 2042, possa calare del ben 18% passando da 1909 miliardi di euro a 1558. E questo, solo rimodulando consistenza e struttura della popolazione che passerebbe dai 58,9 milioni di oggi a 55,9, con un calo della popolazione attiva (la fascia d’età tra i 15 e i 64 anni) dal 65,3% al 54,6%. Il rapporto tra individui in età lavorativa e non, passerà, dunque, da circa tre a due nel 2021 a circa uno a uno nel 2050.
In pratica, nel 2050, ci sarà un pensionato per ogni lavoratore e le finanze pubbliche con il welfare non saranno più sostenibili. È un problema che solo da poco è al centro della discussione pubblica ma che, probabilmente, ha una sola soluzione: l’incremento del numero di immigrati. Del resto, basti ricordare che già nel 2021 il numero di nuovi nati in Italia per la prima volta è stato inferiore ai 400mila e che, stando all’Istat, questo trend avanzerà ancora nell’anno in corso.
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