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Per le pensioni spenderemo sempre di più fino al 2045

I dati della Ragioneria dello Stato e di Istat, le conseguenze dell'inverno demografico

Fino al 2045, in Italia, la spesa per le pensioni sarà sempre più alta. A sentenziarlo sono i numeri della Ragioneria Generale dello Stato che indicano il rapporto tra il Pil e quanto occorre, appunto, per la spesa pensionistica. Se nel 2000 esso era del 13%, nel 2045 arriverà a sfiorare il 17%, toccando il 16,9%. Da lì in poi ci sarà una inversione di tendenza, tanto che lo stesso rapporto Pil/pensioni, nel 2070, è stimato al 13,8%. Sta di fatto che nel 2045 non sarà la prima volta che la spesa pensionistica impegnerà la quota record del 16,9% del Pil. Già nel 2020, infatti, si è toccato questo livello. Questo, mentre nel 2010 esso è stato di qualche decimale inferiore al 15% e nel 2030, invece, si prevede attorno al 16,5%. Su questi conti, evidentemente, influiscono molto i flussi demografici. Oggi, fonte Ocse, in Italia, per ogni 10 persone in età lavorativa (tra i 20 e i 64 anni) ce ne sono 4 in età pensionabile, over 65. Ma, in prospettiva, chi lavora dovrà mantenere ancor più pensionati. Secondo i dati Istat, se oggi sono 40 le persone in età pensionabile ogni 100 lavoratori, nel 2050, saranno addirittura 75. Il peso delle pensioni sui lavoratori, quindi, è destinato ad aumentare con l’invecchiamento del Paese di cui tanto si discute. Il dato che si preannuncia nel 2050 dovrebbe essere in ogni caso il limite massimo. Successivamente, dovrebbe innescarsi una marcia indietro dell’Old Age Dependency Ratio (Oadr), il dato che riassume il rapporto tra chi è pensionabile ogni 100 lavoratori. Nel 2075, infatti, esso è atteso al 67%. Sta di fatto che ci sono almeno un paio di spiegazioni sul perché nel 2020 abbiamo speso il 16,9% del Pil in pensioni: per via della contrazione economica dovuta alla pandemia e all’aumento della spesa pensionistica per l’entrata in vigore di Quota 100. Oggi, come abbiamo accennato, i livelli di spesa sono più bassi di quelli del 2020 ma, con l’invecchiamento della popolazione e una bassa crescita del Pil, il rapporto è destinato ad aumentare per tornare al 16,9% nel 2045 e poi scendere definitivamente con una riduzione dei pensionati. Il tutto, c’è da dire, nonostante la riforma Fornero, la quale ha introdotto un adeguamento per cui l’età pensionabile è destinata ad aumentare con l’aspettativa di vita. Una soluzione escogitata anche in altri Paesi occidentali dove, però, sempre più spesso, per risolvere il problema e il rischio default del sistema pensionistico, si incentivano i risparmi privati al di fuori del sistema pubblico.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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