
Via libera ai contratti di apprendistato e di formazione-lavoro anche presso le pubbliche amministrazioni. È il risultato di una norma firmata dal vice presidente vicario dell’Anci Roberto Pella che ha emendato il Decreto-bis sulla Pubblica Amministrazione appena licenziato dalla Camera. Si tratta di una piccola rivoluzione per agevolare il settore pubblico a rendersi più attraente agli occhi dei giovani.
Nello specifico, l’apprendistato è consentito fino a 29 anni e può riguardare tutti i profili. La formazione-lavoro permette invece agli studenti universitari con meno di 24 anni e che non hanno ancora completato gli studi di trascorrere un periodo all’interno delle amministrazioni. Dopo due anni, il loro contratto potrà essere trasformato in uno a tempo indeterminato.
Sono soprattutto i Comuni gli enti che dovrebbero sfruttare maggiormente queste nuove possibilità. Essi, infatti, hanno ottenuto di poter destinare il 20% delle loro facoltà assunzionali alla prima misura e un altro 20% alla seconda.
Ma le novità non terminano qui. Vengono introdotte, infatti, deroghe ai limiti finanziari, specificando che è possibile incrementare la spesa per i trattamenti economici accessori dei neo assunti, anche se a tempo determinato: vale a dire che i neo assunti potranno ottenere premi in grado di aumentare lo stipendio di ingresso. Ci si è reso conto, infatti, che uno dei limiti sulla strada di attrarre i migliori giovani, soprattutto architetti, ingegneri, esperti di dati o professionisti legati alla transizione green, sono gli stipendi bassi.
Inoltre, c’è da sottolineare che l’emendamento Pella esclude l’attivazione preventiva delle procedure di mobilità, vale a dire la procedura finora obbligatoria secondo la quale, prima di mettere a concorso un posto, l’ente pubblico deve verificare se può essere ricoperto da una risorsa interna. L’obiettivo è quello di diminuire l’età media dei lavoratori del settore pubblico che ormai ha superato i 50 anni.