Stando a una ricerca di Teha Group e Philip Morris Italia “Italia 5.0: le competenze del futuro per lo sviluppo dell’innovazione nell’epoca dell’Intelligenza artificiale in Italia e in Ue”, per recuperare il gap coi Paesi più avanzati e restare produttivi, all’Italia mancano 137 mila laureati Ict, 87 mila ingegneri e 140 mila iscritti agli Its.
Non solo: nei prossimi anni, sarà necessario accelerare l’alfabetizzazione digitale di 15 milioni di cittadini per centrare gli obiettivi europei stabiliti nel Digital Compass (80% di adulti con competenze digitali di base).
“Abbiamo una transizione green e una digitale da effettuare, una situazione di generale calo della popolazione e di quella lavorativa: chiaramente bisogna intervenire – ha commentato ad Affari e Finanza Giorgio Metta, direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia – . È fondamentale formare talenti che possano innovare, perché è dimostrato che quando si riesce a innovare il prodotto interno lordo sale. Questo studio ci dice che, però, sulla formazione abbiamo purtroppo delle carenze. Parliamo di più di 130 mila studenti, quindi futuri professionisti che dobbiamo formare e 80 mila ingegneri e anche una conoscenza del digitale di base piuttosto bassa. Il lavoro da fare è enorme”.
La ricerca di Philip Morris Italia e Teha Group si è posta l’obiettivo di definire gli elementi per un New Deal delle competenze per trasformare il nostro Paese in un’Italia 5.0 – in grado di cogliere da protagonista tutti i benefici derivanti da innovazione, digitalizzazione e nuove tecnologie – che rappresenti anche un modello da esportare a livello europeo.
“Per costruire un’Italia 5.0 è strategico il ruolo di grandi aziende che facciano da capofiliera: l’Italia è infatti un Paese di Pmi, che generano il 48% del valore aggiunto del Paese e impiegano il 57% degli occupati, ma sono più in difficoltà rispetto a digitalizzazione e competenze, per cui è necessario il ruolo di stimolo della grande impresa. Inoltre, le competenze sono chiave, soprattutto per cogliere i benefici dell’intelligenza artificiale: il Paese è in ritardo, serve un Piano Marshall delle competenze”, ha commentato Valerio De Molli, Managing Partner e ceo di Teha Group e The European House.
Ma in cosa consiste questo piano? Oltre alle già citate competenze di base e formazione di giovani esperti, per realizzare un’Italia 5.0, è essenziale intervenire su altri fronti: potenziare reskilling e upskilling della forza lavoro attuale, mirando a formare 2,8 milioni di lavoratori per allinearsi alla media europea, accelerare la digitalizzazione delle piccole e medie imprese, con l’obiettivo di raggiungere 126 mila aziende digitalizzate e promuovere una collaborazione efficace tra pubblico e privato, creando un ecosistema favorevole all’innovazione.