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Persone disabili al lavoro, ecco come si abbattono anche le barriere digitali

Grazie a una direttiva Ue ispirata dall'Onu, nascono anche nuove professioni come il disability manager e il responsabile della Trasformazione digitale

Il mondo del lavoro deve aprirsi sempre più verso le persone disabili, anche superando le barriere digitali. Ad oggi, in Italia, la legge stabilisce il numero dei lavoratori con disabilità che l’impresa è tenuta ad assumere in base alle dimensioni aziendali: un lavoratore disabile per aziende con 15 dipendenti; due per aziende con più di 35 dipendenti e il 7% dei lavoratori occupati per aziende con più di 50 dipendenti. In caso di inadempienza, la sanzione amministrativa è pari a 153,20 euro per ogni giorno lavorativo di ritardo nell’assunzione. Al contrario, le aziende che assumono le categorie protette beneficiano di agevolazioni e incentivi fiscali.

Passando al campo digitale, invece, l’Unione Europea ha adottato la Convenzione dell’Onu sui diritti delle persone con disabilità che per prima introduce un concetto di disabilità in evoluzione, non più limitato a una condizione medica. Così ha dato vita all’Accessibility Act che impegna i vari Paesi ad avere politiche sempre più aperte per le persone svantaggiate da qualche handicap fisico.

L’Italia ha recepito la direttiva con il dlgs 82/2022. E’ quindi fondamentale prevedere investimenti economici, in formazione e per figure professionali come il Disability manager e il responsabile della Trasformazione digitale.

Solo attraverso una cultura dell’accessibilità digitale, alla corretta applicazione delle norme e all’impegno congiunto di Stati, istituzioni, organizzazioni pubbliche e private si potrà garantire un accesso inclusivo ai servizi digitali e alla tecnologia.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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