
Quanti stranieri vivono in Italia? Sono quasi sei milioni i migranti che abitano la penisola, con un aumento progressivo degli immigrati residenti e delle nuove cittadinanze (quasi due milioni) e un calo altrettanto progressivo degli irregolari. Sta di fatto che, stando al 30° Rapporto sulle migrazioni messo a punto da Fondazione Ismu Ets. suona l’allarme lavoro: diminuiscono tasso di attività e di occupazione dei non italiani, e le attività restano povere e scarsamente qualificate, nonostante il boom di richieste da parte delle imprese.
Nel 2023 risultavano occupati 2,317 milioni di migranti tra 15 e 64 anni. Dal 2005 al 2023 il tasso di attività degli italiani è cresciuto dal 61,9 al 66,4%, mentre quello della popolazione straniera è calato dal 73,4% al 69,6%. Lo stesso è accaduto al tasso di occupazione: per gli italiani è salito dal 57,2 al 61,2%; per gli stranieri è diminuito dal 65,8% al 61,6 per cento.
Alta – al 15,5% – l’incidenza degli stranieri sul totale dei disoccupati. Critica, in particolare, la situazione delle donne. Quasi immutati i processi di inclusione occupazionale: come trent’anni fa – scrive Ismu – le famiglie rappresentano il principale datore di lavoro. Che continua a essere “povero” e poco qualificato. Un quadro che è frutto anche dei livelli di istruzione: nel 2023, solo il 53,3% degli stranieri tra 25 e 64 anni ha un titolo secondario superiore, contro il 66,9% degli italiani. I laureati sono il 12,4%, contro il 22,7% degli italiani. Eppure, anche per gli stranieri laureati, il tasso di occupazione è inferiore di 15,7 punti rispetto agli italiani. L’overqualification colpisce soprattutto le giovani donne.
E comunque, a fronte di questo, al 1° gennaio 2024, gli stranieri presenti in Italia risultavano 5,755 milioni, 20mila in meno (-0,3%) rispetto alla stessa data del 2023. I residenti sono 5,254 milioni (l’anno precedente erano 5,141 milioni), il 70% dei quali cittadini non comunitari. La stima degli irregolari è decrescente dal 2019: secondo Ismu si attesta sulle 321mila persone, il 5,6% del totale dei presenti (erano il 7,9% nel 2022). In calo anche le nascite: dopo il record storico di circa 80mila nati nel 2012, sono scese fino ai 50mila nati del 2023. Anno in cui la riduzione dei permessi di lavoro è stata vistosa (-42,2%), mentre aumentano i permessi per motivi di famiglia, asilo e richiesta di protezione internazionale e studio. I non comunitari con un permesso di soggiorno di lunga durata sono 2,139 milioni, soprattutto moldavi ed ecuadoriani.
l rapporto, infine, registra la diminuzione degli sbarchi più volte rivendicata dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi: -57,9% nel 2024 rispetto al 2023. Flettono anche gli arrivi via terra: 3.400 nei primi sei mesi dello scorso anno, contro i 5.600 del 2023. Ma nei primi nove mesi le richieste di asilo sono volate del 27,1%, a quota 116mila (erano state circa 130mila in tutto il 2023). Tra i richiedenti, crescono i cittadini di Bangladesh, Cina, Sri Lanka, Marocco, India e Perù. Va precisato che solo una parte di chi entra irregolarmente presenta domanda.