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Sono sempre di più i giovani che lasciano l’Italia rispetto a quelli che rientrano

Secondo i dati Istat, nel 2024, in quasi 156 mila si sono trasferiti all’estero, con un balzo record del +36,5% rispetto all’anno precedente

L’Italia è sempre meno un Paese per giovani. Qui da noi si parla spesso di denatalità, invecchiamento della popolazione e crisi del welfare. Ma c’è un altro fenomeno, meno visibile ma altrettanto preoccupante, che colpisce il nostro Paese: la fuga di cervelli.⁠

Secondo i dati Istat, nel 2024, quasi 156 mila cittadini italiani hanno lasciato il Paese per trasferirsi all’estero, con un balzo del +36,5% rispetto all’anno precedente. È il numero più alto mai registrato negli ultimi 25 anni. E tra questi espatriati, molti sono giovani laureati o professionisti qualificati, che non vedono in Italia opportunità adeguate alle loro ambizioni. Di contro, i rimpatri di cittadini emigrati sono stati solo 53mila. Il risultato è quindi perdita netta di oltre 100 mila italiani in un solo anno.⁠

Le destinazioni preferite sono Germania, Spagna e Regno Unito. Paesi che non solo offrono stipendi più alti, ma anche contesti più dinamici, meritocratici e stimolanti, soprattutto per chi lavora nella ricerca, nella tecnologia o nella sanità.⁠

Il problema principale è che l’Italia forma laureati, ma poi li “regala” ad altri Paesi. Questo è un costo enorme per la società, perché lo Stato investe su istruzione e università, ma non riesce a creare un contesto dove questi talenti possano restare e crescere.⁠

La fuga di cervelli si somma ad altri dati preoccupanti: la natalità è ai minimi storici, con solo 1,18 figli per donna. Le famiglie diventano sempre più piccole e il Paese più vecchio.⁠

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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